“La Repubblica è impegnata a costruire condizioni di pace e le sue Forze Armate, sulla base dei mandati affidati da Governo e Parlamento, concorrono a questo compito”. E’ quanto ha scritto oggi, in occasione della 76° Festa della Repubblica, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone.
Poi, alla presenza delle più alte cariche Istituzionali, Mattarella ha reso omaggio come di consueto all’Altare della Patria con la deposizione di una corona d’alloro con nastro tricolore. Presenti, tra gli altri, anche il presidente del Consiglio Mario Draghi.
Successivamente, ritorno della parata militare (e non solo) ai Fori Imperiali ed il consueto ma sempre spettacolare sorvolo delle Frecce Tricolori.
Non è mancato un “omaggio” inedito al personale della sanità civile che, dopo i Sindaci d’Italia, hanno sfilato preceduti dal passaggio di un elicottero del 118, a simboleggiare coloro che sono stati impegnati in prima linea contro la pandemia.
Anche l’”esercito” dei Sindaci ha emozionato il pubblico presente. 300 Sindaci in rappresentanza degli oltre 8000 Comuni d’Italia ha marciato davanti alle Istituzioni sfoggiando la tradizionale fascia tricolore.
Un po’ di storia: cosa è festa della Repubblica?
Conoscere un po’ di storia italiana è indispensabile per comprendere il significato del 2 giugno e della Festa della Repubblica,
L’Italia è stata una monarchia costituzionale fino al 1946. Fu proprio il 2 giugno del 1946 (in verità anche il 3 giugno) che un referendum istituzionale indetto a suffragio universale e tutti gli italiani (comprese le donne che votavano per la prima volta), decretò la trasformazione dell’Italia in Repubblica con 12.718.641 voti contro 10.718.502. nello stesso giorno (il 2 giugno) gli elettori scelsero anche i componenti dell’Assemblea Costituente, a cui fu affidato il compito di redigere la nuova costituzione.
La percentuale di voti favorevoli alla repubblica fu dunque del 54,3%, mentre quella dei voti favorevoli alla monarchia del 45,7%. Ma l’Italia risultò divisa in due: al nord vinse la repubblica con il 66,2% dei voti, mentre al sud le preferenze andarono alla monarchia con il 63,8% dei voti.