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Home Politica

Riparte il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Oggi il testo in CdM

Il progetto esecutivo per il Ponte sullo Stretto dovrebbe essere approvato entro il 31 luglio 2024. Lo ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Oggi presenterà in Consiglio dei Ministri la bozza dell’apposito decreto legge. Dopo decenni di rinvii questa potrebbe essere la volta buona.

Marco Valerio Solia by Marco Valerio Solia
Marzo 16, 2023
in Politica, Tecnologia, Ultimissime
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Salvini Ponte sullo Stretto di Messina
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Ponte sullo Stretto di Messina: siamo a un punto di svolta?

Sin dalla formazione del nuovo esecutivo il leader della Lega, Matteo Salvini, ha voluto fare del dicastero a lui assegnato, quello delle Infrastrutture e dei Trasporti, un trampolino di lancio per recuperare il consenso perduto dopo aver staccato la spina al primo governo Conte. In quell’occasione la speranza di Salvini era stata quella di andare ad elezioni anticipate e riuscire a formare un esecutivo senza l’ingombrante alleato pentastellato. Sappiamo come è andata a finire: una drastica riduzione dei consensi e l’emergere di Fratelli d’Italia quale nuovo “partito pigliatutto”. Consapevole dei rapidi entusiasmi e delle repentine delusioni cui è ormai soggetto l’elettorato italiano, Salvini sta però ritagliandosi un ruolo originale nell’attuale scenario. In un contesto segnato dagli importanti lavori di ammodernamento della rete infrastrutturale nazionale, il titolare di Villa Patrizi punta a rivendicare la realizzazione (o quantomeno l’avvio) di alcune grandi opere di cui il Paese ha bisogno. Tra tutte, quella del Ponte sullo Stretto di Messina rappresenta ovviamente il fiore all’occhiello. Ironia della storia, dunque, Salvini realizzerebbe uno dei sogni di Cavour, ridando slancio e connettività al nostro Mezzogiorno.

Oggi la bozza in Consiglio dei Ministri

Salvini ha dichiarato di aver recuperato in pochi mesi un decennio di inattività. Questo, infatti, l’arco temporale intercorso tra lo stop imposto da Mario Monti e la riapertura del dossier da parte dell’attuale governo. La storia del Ponte sullo Stretto di Messina ovviamente è molto più antica. Senza arrivare alla classicità o al Risorgimento, l’idea di un collegamento tra la Sicilia e la Calabria ritorna in auge a partire dal secondo dopoguerra.


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Nel 1981, due anni dopo l’approvazione dell’allora presidente del Consiglio Francesco Cossiga (e dieci anni dopo la legge 1158, che consentiva la fondazione di un’apposita società), nasceva la Stretto di Messina S.p.A., il cui capitale era interamente pubblico. Tra alterne fortune e un bando di gara vinto da una cordata d’imprese capeggiata da Impregilo S.p.A. il progetto si era poi fermato.

Nel 2013 Mario Monti aveva infatti messo in liquidazione la società. Un vulnus, questo, che Salvini vuole sanare al più presto, dando il via ai lavori nel corso dell’attuale legislatura. Non a caso oggi presenterà la bozza di decreto legge che verrà discussa in Consiglio dei Ministri. Vediamone dunque il contenuto.

Ponte sullo Stretto di Messina, cosa cambia

7 sono gli articoli in cui è suddivisa la bozza presentata dal ministro delle Infrastrutture. Stretto di Messina S.p.A. sarà sempre a capitale pubblico. Se negli anni Ottanta erano state IRI e l’Italstat a detenere la maggioranza assoluta delle azioni, ora spetterà al MEF controllare almeno il 51% della società. Altri azionisti saranno Anas, Rete Ferroviaria Italiana e le due Regioni collegate dal ponte, Calabria e Sicilia. La concessione sarà di durata trentennale, a partire dalla realizzazione dell’opera.

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Il progetto esecutivo, secondo le intenzioni di Salvini, dovrebbe essere approvato entro il 31 luglio 2024. Un dato tutt’altro che secondario vista la sensibilità particolare del centrodestra verso quest’opera (e dunque le stesse possibilità di sopravvivenza del progetto), criticata invece negli ambienti grillini e in quelli ambientalisti. A favore si è invece espressa convintamente Azione – Italia Viva. Su questo punto Salvini ha del resto incassato un placet iniziale da parte della stessa Unione Europea: il collegamento tra Sicilia e Calabria fa infatti parte dei corridoi transeuropei. Non resta dunque che assistere alle mosse del governo. I prossimi anni ci diranno se l’esecutivo in carica raggiungerà questo risultato storico oppure se siamo di fronte all’ennesimo capitolo di una storia che sembra non avere fine.

 

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