Sepino, il borgo che custodisce la storia

Tra antiche rovine e tradizioni autentiche: viaggio nel cuore del Molise più segreto.

sepino

Nascosto tra le dolci colline del Molise centrale, Sepino rappresenta uno di quei luoghi dove il tempo sembra essersi fermato, non per abbandono ma per scelta consapevole di preservare un’identità profonda. Questo borgo di poco più di duemila anime custodisce un tesoro archeologico di valore inestimabile e una dimensione umana che sta scomparendo dal resto d’Italia.

Ciò che rende Sepino davvero unico è la presenza dell’area archeologica di Saepinum, città romana fondata nel II secolo a.C. lungo il tratturo Pescasseroli-Candela, una delle grandi vie della transumanza. A differenza di molti siti archeologici italiani, qui la sensazione è quella di camminare in una città ancora viva: il foro, le terme, il teatro, le mura e le quattro porte monumentali si stagliano in uno stato di conservazione straordinario.

Passeggiare tra i cardini e i decumani di Saepinum significa immergersi in un’atmosfera sospesa. Le botteghe artigiane, le abitazioni patrizie con i loro mosaici, la basilica dove si amministrava la giustizia: ogni pietra racconta storie di mercanti, pastori e legionari. Il fatto che l’area non sia affollata di turisti aggiunge fascino all’esperienza, permettendo di godere della visita in una dimensione quasi meditativa.

Il borgo medievale e l’architettura rurale

Sopra l’antica Saepinum si sviluppa il borgo medievale di Sepino, arroccato sul colle e dominato dai resti del castello longobardo. Le viuzze strette lastricate in pietra si snodano tra case in pietra calcarea, piccole piazze dove gli anziani si ritrovano a chiacchierare e portoni antichi che nascondono cortili segreti.

L’architettura locale riflette la semplicità e la funzionalità della cultura contadina: edifici costruiti con materiali del territorio, balconi in ferro battuto, sottoportici che offrono riparo dal sole estivo. La chiesa di Santa Cristina, con il suo campanile che svetta sul profilo del borgo, rappresenta il punto di riferimento spirituale della comunità da secoli.

Come arrivare a Sepino

Raggiungere Sepino significa intraprendere un viaggio fuori dalle rotte del turismo di massa ma le strade sono ben tenute e i collegamenti più semplici di quanto si possa immaginare.

In auto, da Roma si percorre l’autostrada A1 fino a Caianello, poi si prosegue sulla SS 85 Venafrana in direzione Isernia-Campobasso. L’uscita per Sepino è chiaramente segnalata e dista circa due ore e mezza dalla capitale. Da Napoli il percorso è simile, con un tempo di percorrenza di circa un’ora e quaranta minuti.

Chi proviene dall’Adriatico può utilizzare l’autostrada A14 fino a Termoli, per poi imboccare la statale verso Campobasso e seguire le indicazioni per Sepino, con un tragitto di circa cinquanta minuti.

In treno, la stazione ferroviaria più vicina è quella di Campobasso, collegata alle principali città italiane. Da lì è necessario proseguire in autobus o taxi per i restanti venticinque chilometri. Il servizio di autobus extraurbani è gestito da Lariviera e collega il capoluogo molisano al borgo con corse regolari, anche se non frequentissime.

Per chi ama il viaggio lento, percorrere le strade secondarie del Molise interno rappresenta già parte dell’esperienza: paesaggi ondulati, campi coltivati, piccoli nuclei abitati che punteggiano le colline.

Le tradizioni e gli eventi

Sepino mantiene vive tradizioni che altrove sono ormai solo ricordi. La festa patronale di Santa Cristina, il 24 luglio, trasforma il borgo in un palcoscenico di devozione popolare con processioni, luminarie e banchetti comuni. A settembre, la Sagra del Grano celebra la cultura contadina con degustazioni, musica folk e rievocazioni storiche.

Particolarmente suggestiva è la rievocazione della transumanza, quando greggi di pecore attraversano simbolicamente il borgo seguendo l’antico tratturo, ricordando quando Sepino era snodo fondamentale per i pastori abruzzesi diretti verso la Puglia.

Cosa mangiare: i sapori autentici del Molise

La cucina di Sepino è espressione genuina della tradizione agropastorale molisana, dove i prodotti della terra e dell’allevamento si trasformano in piatti dal sapore intenso e sincero.

I cavatelli con le rape rappresentano il piatto simbolo: pasta fresca lavorata a mano e condita con cime di rapa ripassate in padella con aglio, olio e peperoncino. Semplice ma capace di racchiudere l’essenza della cucina contadina.

Le pallotte cacio e ova sono polpette di formaggio pecorino, uova e pangrattato, fritte o cucinate in umido con sugo di pomodoro. Un tempo cibo dei poveri, oggi considerato un piatto da riscoprire per la sua bontà rustica.

La ventricina molisana, salame stagionato con carne di maiale, peperoncino e finocchietto selvatico, si gusta tagliata a fette spesse accompagnata da pane casereccio. Ogni famiglia ha la sua ricetta tramandata di generazione in generazione.

Tra i formaggi locali spicca il caciocavallo di Sepino, ottimo da gustare alla brace o semplicemente con miele locale. I fusilli alla molisana vengono conditi con ragù di agnello e pecorino grattugiato, un connubio che celebra la tradizione pastorale del territorio. La carne, cotta lentamente per ore, si sfalda e avvolge la pasta in un abbraccio saporito.

Il baccalà trova posto anche nell’entroterra molisano: preparato “arracanato” (gratinato) con pangrattato, prezzemolo e peperoncino, oppure in umido con pomodoro e olive.

Tra i dolci impossibile non assaggiare gli ostiche, cialde ripiene di miele, mandorle e noci, preparate tradizionalmente per le festività natalizie ma ormai disponibili tutto l’anno nelle pasticcerie locali.

Il borgo dai ritmi lenti

Sepino non è una meta mordi e fuggi. È un luogo dove il turismo non ha ancora imposto i suoi ritmi frenetici.

Per chi ama la storia non museificata ma ancora palpitante, per chi vuole scoprire un’Italia minore che non ha nulla da invidiare alle destinazioni celebrate, Sepino rappresenta una scoperta preziosa. Un piccolo mondo antico che resiste con dignità alla modernità, custodendo tesori che meritano di essere conosciuti.

 

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