La scoperta shock dall’Italia: presenti diversi inquinanti nel latte materno
Già in passato aveva fatto scalpore la rilevazione di microplastiche all’interno del latte materno. Quanto rivelato in questi giorni da prestigiosi ricercatori italiani aumenta ulteriormente il livello di allarme. Si tratta di uno studio finanziato dall’UE e condotto dall’università di Parma, in collaborazione con l’Ausl-Irccs di Reggio Emilia e gli atenei di Firenze e Cagliari. La ricerca è finalizzata a studiare l’impatto degli interferenti endocrini sul neurosviluppo e sulla crescita infantile. Un ruolo di primo piano, ovviamente, è occupato dal latte materno.
Lo studio è ancora in corso. Alcuni risultati sono però stati già anticipati nel corso del XXIV Congresso della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica. La kermesse si è tenuta dal 6 all’8 novembre a Bologna e le anticipazioni hanno inevitabilmente provocato una grande eco internazionale. Non solo microplastiche, dunque. Questa volta ad essere stati scovati dai ricercatori anche diversi contaminanti chimici. Sono state analizzate le urine di 650 coppie madre-figlio. In esse sono stati rinvenuti inquinanti provenienti da diversi oggetti di plastica, come i piatti monouso e gli imballaggi per gli alimenti. Trovati anche residui di pesticidi e di cosmetici.
I rimedi suggeriti dai ricercatori
Quanto evidenziato dai ricercatori italiani non deve però far cadere in facili allarmismi. Il latte materno rimane comunque l’alimento più sano e naturale per i neonati. Occorre semmai fare attenzione alle abitudini tenute durante la gravidanza e dopo di essa. Da evitare l’utilizzo delle plastiche in generale e dei prodotti non certificati. Consigliabile inoltre l’adozione di dentifrici e cosmetici di derivazione naturale. Altro suggerimento utile è scansare, per quanto possibile, l’esposizione a prodotti chimici come solventi, pesticidi ecc., oltre a non indossare abiti di tessuti sintetici.
Maria Elisabeth Street, professoressa dell’Università di Parma, ha illustrato così i risultati dello studio: “La prima parte della ricerca si è occupata di analizzare e misurare i livelli di concentrazione di interferenti endocrini nel latte materno in 654 coppie madre-figlio, dalla nascita fino al primo anno di vita. I dati mostrano la presenza di ftalati fino al 70% dei campioni di latte materno e fino al 96% dei campioni di urine dei neonati. Ritrovati anche alti livelli di bisfenolo A, attualmente bandito, nel latte materno fino al 44% dei campioni, con una presenza fino al 14% nelle urine dei bambini. Percentuali di presenza più bassa al 18% dei campioni per i glufosinati e i glifosati. Il latte materno è risultato contaminato anche da idrocarburi policiclici aromatici, fino al 6%, parabeni e piretroidi nel 2,4% dei campioni”.