Sleep divorce: un fenomeno che sta prendendo piede
Si chiama sleep divorce e non va derubricato con sufficienza. Sempre più coppie decidono infatti di dormire in camere separate. Ciò non impedisce ovviamente la regolare prosecuzione di una vita intima tra i coniugi, riguardando solamente il momento della notte riservato al sonno. Come affermano tutti i medici, infatti, un sonno ristoratore è un elemento fondamentale per il benessere psico-fisico di una persona. Per questo una cattiva qualità del sonno può inficiare anche il rapporto di coppia.
Uno studio condotto su oltre 2.000 persone dall’American Academy of Sleep Medicine (ripreso anche dal New York Post) ha evidenziato i numerosi stratagemmi che ogni individuo mette in atto per adattarsi ai comportamenti notturni altrui. Un terzo degli intervistati, tuttavia, ha deciso di risolvere il problema alla radice, cambiando stanza e dormendo separato dal proprio coniuge. I diretti interessati si dicono soddisfatti di questa decisione, avendo migliorato sia la qualità del sonno che relazionale. Positivo l’impatto anche sul desiderio nei confronti del partner e sulla vita sessuale. Secondo un’altra indagine, questa volta condotta dall’International Housewares Association per il New York Times, sarebbe una coppia americana su cinque ad aver optato per lo sleep divorce.
Cinico ma efficace: una teoria degli istrici per riposare bene
Una delle commedie italiane più riuscite degli anni Duemila è il celebre “L’amore è eterno finché dura” di Carlo Verdone. In questo film del 2004 viene trasposta a livello popolare la teoria degli istrici (ciò che Schopenhauer chiamava il dilemma del porcospino), per cui una vicinanza eccessiva può risultare deleteria. La pellicola sottolinea il bisogno di conservare i propri spazi e una certa autonomia anche in un rapporto di coppia.
Ovviamente tale discorso è più complesso: chiama in causa la necessità di essere lievi anche in rapporti profondi: quel “piccolo grande amore” cantato da Roberto Vecchioni in una sua celebre canzone. Il sonno è solamente un aspetto di questo discorso più ampio, eppure ricopre un ruolo non secondario. Alcuni potrebbero storcere il naso di fronte a una rottura simbolica quale la non condivisione notturna del letto coniugale. Eppure essa, in alcuni casi, consentirebbe di raggiungere il giusto equilibrio per vivere con nuovo entusiasmo il proprio matrimonio o la propria convivenza.