In Italia, alcuni lotti di hamburger sono stati richiamati dal mercato per il rischio di salmonella, questo il provvedimento pubblicato sul sito ufficiale del Ministero della Salute. L’allarme ha scatenato la preoccupazione di diversi utenti che pensavano di aver acquistato della carne di origine biologica, totalmente sicura, invece non è così. Vediamo quali sono i lotti interessati.
Richiamati hamburger a rischio salmonella
Il provvedimento del Ministero della Salute è stato pubblicato il 25 ottobre scorso e riguarda 3 lotti di hamburger di bovino bio del peso di 180 grammi, prodotti dal marchio Fileni Bio nello stabilimento Bioalleva di Vallese di Oppeano, in provincia di Verona.
Il rischio è quello di salmonella, il batterio più comune nelle intossicazioni e infezioni di origine alimentare e i lotti interessati sono il 45072, il 45372 e il 45672, con scadenza rispettivamente il 29, 27 e 26 ottobre.
Come ogni volta in cui si verifica un rischio simile, anche in questo caso la raccomandazione è quella di recarsi nel punto vendita dove si è acquistato il prodotto e restituirlo per avere un rimborso ma soprattutto per avere la garanzia di non consumare carne potenzialmente pericolosa per la salute. Per chi pensa che il rischio in questione sia trascurabile o di poco conto, vogliamo ricordare nel prossimo paragrafo di quale malattia stiamo parlando e quali sono i rischi correlati.
Cos’è la salmonella e dove può annidarsi
La salmonella è il batterio responsabile di una serie di infezioni gastrointestinali, molto comuni nei Paesi industrializzati. Porta alla salmonellosi e il rischio di contrazione della malattia per l’uomo, deriva dall’ingestione di cibi contaminati durante le fasi di conservazione o di manipolazione. Ci sono alcuni alimenti più soggetti rispetto ad altri, come quelli di origine avicola come le uova e i loro derivati ma anche la carne di maiale.
Gli hamburger citati e richiamati dal Ministero della Salute fanno parte di quest’ultima categoria e in effetti la carne è una delle principali fonti di preoccupazione se pensiamo a un’intossicazione alimentare, per questo motivo gli esperti consigliano di cuocerla bene per scongiurare ogni rischio.
In generale, la regola vale anche per gli altri cibi soggetti a infezioni da salmonella: le uova vanno cotte bene, il latte crudo va evitato. Ancora, il batterio può contaminare i preparati per i dolci, la frutta e la verdura contaminate durante il taglio ma a rischio non sono solo generi alimentari. La salmonella può insediarsi anche nelle superfici e negli utensili della cucina, ma anche in qualsiasi alimento manipolato da chi ha contratto l’infezione o che comunque non presta particolare attenzione all’igiene personale.
I sintomi delle infezioni
I sintomi della salmonellosi sono diversi e sicuramente, i soggetti più precari dal punto di vista del sistema immunitario, sono maggiormente a rischio di complicazioni gravi. Si possono verificare semplici disturbi del tratto gastrointestinale (dolori addominali, febbre, diarrea, vomito) ma anche forme cliniche gravi in coloro che sono fragili o già debilitati da altre condizioni patologiche.
Il batterio in questione trasmette un’infezione che rientra fra le tossinfezioni alimentari. Esso si trova comunemente nell’intestino degli uccelli e dei mammiferi sani, ma quando è presente negli alimenti che ingeriamo, produce tossine dannose per l’organismo umano. Queste possono essere abbattute con un’adeguata cottura perché la salmonella è particolarmente sensibile e va incontro a distruzione se incontra il calore.
C’è pero da tenere in considerazione un fatto importante: ci sono delle condizioni che aumentano il rischio di contrarre l’infezione e dipendono dall’ospite, ad esempio una ridotta acidità gastrica, l’alterazione della flora batterica dell’intestino, la presenza di malattie infiammatorie enteriche, delle neoplasie.
Esistono diversi batteri che appartengono alla classe della salmonella e non tutti sono ugualmente aggressivi. Le principali infezioni che interessano l’uomo, possono essere divise in due gruppi: le forme tifoidee che sono le più gravi e quelle non tifoidee, delle “minori”, considerate le più comuni.
La gravità del disturbo che si contrae dipende dalla virulenza del sierotipo, dal numero di microrganismi ingeriti e dalle condizioni di salute del soggetto. La tossinfezione si può verificare in modo più “lieve” con mal di testa o nausea, oppure può portare a feci verdi, febbre persistente e molto alta, dolori articolari intensi, feci miste a sangue. Se si trascurano i segnali, il quadro clinico peggiorerà sfociando in polmoniti, endocarditi, infezioni a ossa, meningiti e anche se la mortalità è bassa, è importante non trascurare questi sintomi ma agire subito con diagnosi e un trattamento adeguato che stabilirà il medico.
Cause della salmonella
Ma come mai un alimento dovrebbe contenere la salmonella? Da dove proviene il batterio? I principali serbatoi di infezione sono gli animali selvatici o da allevamento, tuttavia in alcuni casi possono essere pericolosi anche quelli domestici. Citandone alcuni, possiamo dire che la salmonella può arrivare da: maiali, roditori, bovini, polli, pulcini, i quali la eliminano con le feci rilasciandola nell’ambiente esterno dove è libera di contaminare gli alimenti che derivano da tali animali ma anche il cibo e le acque con cui sopravvivono.
Dunque, quando si parla di salmonellosi si tende a indicarla come una zoonosi, ovvero un’infezione che viene trasmessa dagli animali all’uomo. Allevamenti di grandi dimensioni come quelli che corrispondono a marchi importanti, ad esempio l’azienda citata nell’articolo, dovrebbero essere sicuri proprio per l’affidabilità del brand, tuttavia anche in tali casi il batterio può proliferare, proprio per le grandi dimensioni delle strutture e per l’elevato numero di animali presenti in esse.
La salmonella arriva negli alimenti che mangiamo perché proviene da un animale infetto oppure perché il cibo che consumiamo è venuto a contatto con le feci o con persone che sono infette. Solo un opportuno trattamento termico, come già detto, può scongiurare il rischio di ammalarsi, tuttavia bisogna fare attenzione anche a come si manipolano gli alimenti dopo averli cotti.
Sono oltre 90.000 in tutta Europa le persone che vengono colpite dalla salmonellosi e questo dato può essere riconducibile a vari fattori: aumento degli allevamenti intensivi, maggiore ricorso alla ristorazione collettiva, importazione di bestiame non sufficientemente controllato.
Per questi motivi è importante prevenire con semplici gesti: lavarsi accuratamente le mani prima di preparare il cibo e anche dopo, non mangiare alimenti crudi, separarli in appositi contenitori, igienizzare tutto ciò che viene utilizzato in cucina, lavare frutta e verdura prima di prepararla.
I prodotti a rischio richiamati
La produzione di hamburger di bovino biologico in questione, è stata svolta nello stabilimento citato, con marchio di identificazione S4Y97. Chi si rende conto di aver acquistato il prodotto deve immediatamente riconsegnarlo ed è anche stato attivato un centro informazioni raggiungibile all’indirizzo email qualita@fileni.it.
Oltre a queste carni, il Ministero della Salute ha emesso un provvedimento analogo anche per il salame casereccio e la soppressata nostrana, a marchio Salumi Luigi Vida, anche in questo caso per il rischio salmonella, con lotto P242420 a scadenza 7 gennaio 2025, 16 gennaio 2025 e 18 marzo 2025.