Non mancano i grattacapi al Viminale, l’accusa di brogli nelle circoscrizioni dell’estero è circostanziata e non può essere ignorata. La magistratura sta indagando contro ignoti per quanto accaduto nell’ultima tornata elettorale.
«Schede platealmente false»
La questione è stata sollevata nel corso di una conferenza stampa alla Camera dei deputati. Il misfatto sarebbe avvenuto nella circoscrizione del Sud America, come spiega a ItaliaReportUsa uno dei parlamentari relatori all’incontro di Montecitorio, il senatore, gia sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri, Ricardo Merlo. «Allo spoglio dei voti del Sud America», afferma, «abbiamo riscontrato certificati elettorali e schede platealmente false». Le schede in questione – come raccontato nel corso della conferenza stampa – avrebbero avuto un colore diverso e presentato un grossolano refuso ortografico: ci sarebbe stato scritto “Camera dei Diputati” anziché “Deputati”. «Riportavano il voto sempre allo stesso partito e sempre la preferenza allo stesso candidato», aggiunge Merlo. Il quale sospira: «Non è più possibile continuare così».
Plichi elettorali arrivati in ritardo
Quello denunciato da Merlo non è l’unico problema che ha avuto a che fare in questa tornata elettorale con il voto degli italiani all’estero. Il 18 settembre scorso ItaliaReportUsa dava voce all’accusa secondo cui decine di migliaia di iscritti all’Aire (Associazione italiani residenti all’estero) non avevano ancora ricevuto il plico elettorale. I termini si sarebbero dovuti chiudere l’11 settembre. In questi giorni anche Fucsia Nissoli , candidata alla Camera dei deputati, non eletta nella Circoscrizione Nord e Centro America, è intervenuta sull’argomento, dichiarando che sta ricevendo moltissime email di connazionali residenti estero che non hanno potuto esercitare il loro diritto al voto perchè non hanno mai ricevuto il plico elettorale.
Liste non aggiornate
Come riportato da Il Giornale , ai brogli elettorali si aggiungerebbe il mancato aggiornamento delle liste degli aventi diritto, né dal Viminale, né dalla Farnesina e tantomeno dall’Inps. Pare infatti, secondo il quotidiano, prima a denunciare il fatto, che sarebbero arrivate schede a centinaia di ultracentenari deceduti da tempo.
Come hanno votato gli italiani all’estero
I quasi 5 milioni di residenti in oltre duecento Paesi stranieri hanno potuto votare attraverso schede elettorali ricevute ,via posta, in un plico entro l’11 settembre. Le schede, una volta espresso sopra il voto, sono state rispedite e consegnate al proprio ufficio consolare entro le ore 16 del 22 settembre. La restituzione in Italia delle schede elettorali è avvenuta circa settantadue ore dopo la chiusura dei termini del voto estero, attraverso decine di voli internazionali arrivati all’aeroporto di Fiumicino. Si è votato per eleggere il due per cento dei seggi totali, vale a dire otto membri della Camera e quattro del Senato. A differenza di ciò che avviene in Italia con il sistema elettorale in vigore del Rosatellum, all’estero non ci sono listini bloccati, cosicché agli elettori iscritti nelle liste dell’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero) è consentito esprimere un voto di preferenza.