Il Senato ha dunque assolto l’ex presidente statunitense, Donald Trump, dall’accusa di aver istigato l’insurrezione al Campidoglio del 6 gennaio scorso.
Ovviamente i 50 senatori democratici hanno votato compatti per la condanna dell’ex presidente, e non sono bastati i 7 repubblicani che si sono schierati, in questo caso, con gli avversari democratici.
Un processo nervoso come non mai, durato solo cinque giorni e giocato tutto sul ricordo di quelle immagini assurde del 6 gennaio scorso che hanno dimostrato la fragilità della democrazia americana. Poteva durare di più, ma i Democratici hanno deciso di non convocare testimoni, nonostante poche ore prima del verdetto la maggioranza del Senato ne avesse approvato l’audizione.
I senatori democratici in verità erano convinti che le testimonianze avrebbero prolungato il processo per diverse settimane, senza alcuna certezza che qualche senatore repubblicano si sarebbe convinto a passare dalla loro parte. Hanno allora preferito far leva sulla variabile tempo, sulle immagini di quel giorno ancora impresse negli occhi del mondo, sulle trattative serrate con i senatori Repubblicani nel tentativo di farli votare a favore della condanna. Ma i democratici sono riusciti a convincere solo sette senatori repubblicani su cinquanta, insufficienti a raggiungere la maggioranza dei due terzi richiesta.
Non sono riusciti nella condanna ma probabilmente hanno accesso un dibattito tra gli avversari politici. Il leader della minoranza al Senato, Mitch McConnell del Kentucky – che ha votato per l’assoluzione sulla base di motivi giurisdizionali – ha detto però che: “Trump è praticamente e moralmente responsabile per aver provocato gli eventi quel giorno”. McConnell ha spiegato in Aula che “le azioni dell’ex presidente Trump prima della rivolta sono state una vergognosa, vergognosa negligenza del dovere”. Un’affermazione non da poco che peserà certamente nel dibattito interno ai Repubblicani nei prossimi giorni. Si, perché McConnell per qualche giorno, ha accarezzato l’idea di approvare l’impeachment, per togliersi definitivamente Trump dai piedi e vietargli di candidarsi in futuro per qualunque carica pubblica. Ma ci ha ripensato a conferma che Trump è ancora più forte di tutti i repubblicani e McConnell e gli altri 42 senatori non hanno avuto il coraggio di sfidarlo.
Dopo l’assoluzione puntualmente è arrivato il commento dell’ex Presidente Trump, diffuso attraverso un comunicato stampa. Trump ha ringraziato i suoi sostenitori e i senatori che hanno votato per l’assoluzione e ha accusato i Senatori Democratici di aver messo in piedi un processo politico, aggiungendo: “il nostro storico, patriottico e meraviglioso movimento per rendere l’America di nuovo grande è solo all’inizio, nei prossimi mesi avrò molto da condividere con voi e non vedo l’ora di continuare il nostro incredibile viaggio insieme per conseguire la grandezza americana per tutti”, ventilando così il suo ritorno sulla scena politica.
Ricordiamo infatti che in caso di condanna Trump sarebbe stato interdetto dai pubblici uffici; grazie all’assoluzione potrà invece proseguire la sua carriera politica e ricandidarsi alle elezioni presidenziali del 2024, cosa che ha già lasciato intendere di voler fare.
I commenti
“Donald Trump è pronto ad entrare in campagna, a ricostruire il partito repubblicano e io sono pronto a lavorare con lui”: lo ha detto a Fox il senatore repubblicano Lindsey Graham, uno dei suoi stretti alleati. “Trump è il membro più energico del partito”, la sua è “la forza più potente” e il “movimento Trump è in piena forma”, ha aggiunto Graham, che incontrerà l’ex presidente la prossima settimana in Florida, dopo avergli telefonato al termine del processo di impeachment.
Il presidente Joe Biden invece ha commentato il voto dicendosi d’accordo con le parole pronunciate da McConnell spiegando che “questo triste capitolo nella nostra storia ci ha ricordato che la democrazia è fragile e va difesa”. Nonostante l’assoluzione, le accuse contro di lui “non sono in discussione” ha affermato il presidente dopo il voto al Senato. “Anche se il voto finale non ha portato a una condanna la sostanza dell’accusa non è in discussione”.
Cosa ne sarà dei 7 Senatori “traditori”?
Sono già cominciate le purghe nel Grand Old Party contro i senatori che hanno votato con i dem. La commissione esecutiva del partito repubblicano della Louisiana ha votato una mozione di censura verso Bill Cassidy. “Condanniamo nei termini più duri il suo voto. Fortunatamente menti più lucide hanno prevalso e Trump è stato assolto”, ha reso noto la commissione. Cassidy aveva twittato di aver votato per la condanna “perchè la nostra Costituzione e il nostro Paese sono più importanti di qualsiasi persona”.