La sfida della sovranità digitale. TikTok, Montana ne bandisce integralmente l’uso
Sono passati appena tre mesi da quando Shalanda Young, direttore dell’Office of Management and Budget della Casa Bianca, ha pubblicato un memorandum per impedire l’utilizzo di TikTok ai membri delle agenzie governative. Alla base di tale decisione i timori circa le pratiche di spionaggio di massa operate dalla Repubblica Popolare Cinese. L’app è infatti da tempo nel mirino di decisori e analisti occidentali, anche perché utilizzata da Pechino quale vettore di soft power. La scelta di Helena di bandire integralmente il social network rappresenta però un salto di livello. Ad aver varato la misura è stato il governatore repubblicano (di origini italiane) Greg Gianforte. Con il divieto assoluto di utilizzare TikTok, il Montana fa dunque da apripista per il resto degli Stati Uniti, che potrebbero presto seguirne l’esempio.
Come sappiamo, nei Paesi critici verso l’egemonia USA non è possibile utilizzare legalmente piattaforme quali Facebook, Instagram o Twitter. Pensiamo, oltre al caso cinese, alla Russia, all’Iran o alla Corea del Nord. Analogamente, Washington si sta attrezzando per bloccare l’accesso di Pechino ai dati degli americani. Il rischio che essi vengano sfruttati per ottenere vantaggi competitivi nei confronti dell’avversario è molto concreto. È comprensibile dunque che in tempi di forti tensioni internazionali in molti abbiano considerato urgente colmare questo gap.
Le proteste degli influencer
Non di rado la grande politica tocca interessi settoriali, decisi a opporre resistenza contro le disposizioni che danneggiano la categoria d’appartenenza. È il caso di diversi influencer attivi su TikTok, che hanno fatto causa allo Stato del Montana. Secondo i tiktoker Samantha Alario, Heather DiRocco, Alice Held, Carly Ann Goddard e Dale Scout, infatti, la misura sarebbe incostituzionale. Essa minerebbe la libertà di opinione, di parola e di stampa, principi fondanti della democrazia americana. Certamente con il bando di TikTok il Montana sferra un duro colpo ad alcune professioni 2.0, sorte con la diffusione di massa dei social. È tuttavia immaginabile che le questioni di sicurezza nazionale abbiano la precedenza rispetto a interessi di nicchia. Il Montana sarà dunque un banco di prova e un osservatorio privilegiato per analizzare questo capitolo del confronto USA – Cina. Nella speranza che la contrapposizione digitale non sia il primo passo di un ben più drammatico confronto tra i due pesi massimi della scena mondiale.