Sondaggi, per Fratelli d’Italia flessione fisiologica o fine della luna di miele?
Molte volte abbiamo messo in guardia da un utilizzo fideistico dei sondaggi. Troppi i precedenti in cui i pronostici sono stati ribaltati o, comunque, ne sono usciti radicalmente modificati. Le linee di tendenza generali, tuttavia, risultano di estremo interesse per comprendere cosa pensano gli italiani. Una ventina di sondaggi sono stati analizzati da Supermedia YouTrend – Agi. Una sintesi del lavoro realizzato da 12 istituti demoscopici che scava gli umori del Paese e prova a delineare le intenzioni di voto.
Scende Fratelli d’Italia, che resta comunque, e di gran lunga, il primo partito d’Italia. 28,8% la percentuale a cui è dato al momento il partito di Giorgia Meloni. Stabili il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, rispettivamente dati al 20,1% e 15,8%. La performance migliore è però quella della Lega, che tocca quota 9,4%, avvicinandosi alla soglia psicologica della doppia cifra. Esaurita invece sembra l’onda emotiva seguita alla morte di Berlusconi. Forza Italia di Antonio Tajani è infatti ferma al 7,6%, restando comunque un attore influente nella coalizione di governo.
Stazionari Azione (3,7%), Sinistra Italiana Verdi (3,2%) e Italia Viva (3%). Seguono poi gli altri soggetti politici rimasti per il momento fuori dal Parlamento. + Europa è infatti al 2,4%. Italexit all’1,9%. Unione Popolare all’1,7%. Noi Moderati (che invece in Parlamento è presente) si ferma allo 0,7%. Il nodo, ad ogni modo, rimane quello delle alleanze. Il centrodestra unito difficilmente potrà essere scalzato da opposizioni così divise e in competizione tra loro. Le diverse amministrative che si sono susseguite dopo l’instaurazione del governo Meloni hanno fatto collezionare ai partiti della maggioranza una vittoria dopo l’altra. Salvo drastici errori dell’esecutivo, dunque, o un accordo al momento improbabile tra tutte le forze di opposizione, il governo Meloni potrà portare a termine la legislatura, garantendosi anche una probabile rielezione. La battaglia per il salario minimo e gli attacchi personali ad alcuni esponenti di governo difficilmente permetteranno un ribaltamento della situazione.