Il presidente del Consiglio è atterrato ieri pomeriggio ad Algeri per una due giorni volta a rilanciare il ruolo italiano nel Mediterraneo, garantendo contemporaneamente le forniture energetiche di cui il nostro Paese ha urgente bisogno.
Una visita, quella di Giorgia Meloni, che assume anche una grande valenza simbolica, visti gli stretti legami italo-algerini, precedenti persino l’indipendenza del 1962.
Non a caso una volta atterrata nella capitale nordafricana, la neopremier ha deposto una corona di fiori al Monumento del Martire, dedicato proprio alla lotta d’indipendenza contro i francesi.
Meloni ha poi visitato la nave della Marina Militare “Carabiniere”, ancorata ad Algeri, finendo la giornata con la cena in compagnia dell’omologo Aimen Benabderrahmane.
La delegazione italiana ha visto la partecipazione dell’amministratore delegato di ENI, Claudio Descalzi, e del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. Nomi che la dicono lunga sulla volontà di approfondire ulteriormente i rapporti economici e imprenditoriali con la sponda Sud del Mediterraneo.
Questa mattina Meloni ha omaggiato la figura di Enrico Mattei nel giardino a lui dedicato nel novembre 2021 (alla cui inaugurazione oltre un anno fa era presente anche il presidente della Repubblica Mattarella). Com’è noto, il fondatore dell’ENI fu uno dei più attivi sostenitori dell’indipendenza algerina: un’eredità ancora molto apprezzata nel Paese. Proprio la figura di Mattei è stata evocata più volte nei mesi scorsi dal presidente del Consiglio. L’idea di un “Piano Mattei per l’Africa”, annunciato nel discorso d’insediamento, non è passata inosservata da queste latitudini. Un patrimonio che Meloni sembra voler utilizzare per recuperare margini di manovra nelle acque turbolente del Mediterraneo.
Dopo l’omaggio al fondatore dell’ENI, il presidente del Consiglio ha visitato “Bastion 23”, ex fortezza di epoca ottomana trasformata in uno dei musei più importanti della capitale. Successivamente si è svolto l’incontro con il presidente della Repubblica algerina, Abdelmadjid Tebboune, al Palazzo El Mouradia. Insieme al presidente italiano, l’ambasciatore Giovanni Puglisi e il ministro dell’Energia algerino Mohamed Arkab.Meloni e Tebboune hanno dunque firmato una dichiarazione congiunta, che cade proprio nel ventennale del trattato di amicizia tra Italia e Algeria, risalente al 27 gennaio 2003.
Le rispettive aziende d’idrocarburi, ENI e Sonatrach, in quest’occasione hanno siglato intese per incrementare le esportazioni di gas algerino in Italia, ridurre le emissioni e realizzare il “Galsi”, il Gasdotto Algeria–Sardegna–Italia che, passando dall’isola dei nuraghi, raggiunga la Toscana. Oltre al gas il progetto (risalente al lontano 2007) servirà a trasportare idrogeno, ammoniaca ed elettricità.
Gli accordi tra i due Paesi, pur avendo nel tema dell’energia un pilastro fondamentale, non si sono limitati ad esso. Le rispettive agenzie spaziali (ASI e ASEL) hanno firmato un memorandum d’intesa per cooperare a livello tecnologico e di formazione. Rilevante anche il varo di una partnership strategica tra Confindustria e il Consiglio di Rinnovamento Economico Algerino (CREA) per promuovo le sinergie dei rispettivi tessuti imprenditoriali.
Un’azione a tutto tondo, dunque, quella dei due governi. SI tratta certamente di notizie positive, vista la necessità di collaborare su questioni dirimenti, come il caos libico, le forniture energetiche, l’attribuzione delle Zone Economiche Esclusive, le migrazioni e lo sviluppo complessivo del continente.
Il primo bilaterale estero del neopremier, sull’onda di quanto già fatto da Draghi nel pieno della crisi energetica, rappresenta un indubbio successo per l’Italia. Dalle dichiarazioni congiunte appare chiaro come questo viaggio costituisca soltanto una delle tappe, per quanto significativa, di un percorso più strutturato per recuperare autorevolezza e influenza a livello internazionale. Il governo dovrà essere in grado di spostare a Sud il baricentro europeo, pena la definitiva marginalizzazione del nostro Paese. Roma sembra avere tutte le carte in regola per archiviare l’immobilismo e l’introversione degli ultimi anni. Una notizia positiva per tutti gli italiani.
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