Quale Europa scegliere
Siamo alla vigilia di una voto cruciale, in cui i cittadini italiani ed europei dovranno scegliere tra due modelli di Europa. È quanto ha scritto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in una lettera al network Ditelo sui tetti ripresa da Nova. “Da una parte, un gigante burocratico che pretende di regolamentare ogni aspetto della nostra vita e che è nemico delle specificità nazionali. Dall’altra, un’Europa consapevole di se stessa e della sua proiezione geopolitica. Un’istituzione che concentra le sue risorse sulle materie nelle quali può dare un valore aggiunto, a partire dalla politica estera e di sicurezza comune. Un’Europa che lascia tutto il resto alla sovranità delle Nazioni, nel rispetto del principio di sussidiarietà sancito dai trattati. Noi crediamo in questo secondo modello, e stiamo lavorando per costruirlo. Grazie al vostro contributo, in termini di idee e proposte. E grazie anche al vostro incessante lavoro di ‘pungolo’ nei confronti delle Istituzioni, ad ogni livello”, conclude Meloni.
Il Vecchio Continente davanti a nuove sfide
“L’Europa che abbiamo nella mente e nel cuore deve saper ritrovare il suo bene più prezioso: l’orgoglio della propria storia, della propria identità e delle proprie radici. Un’Europa che sappia ritrovare, cioè, la sua anima, ovvero ciò che per millenni l’ha resa un faro di civiltà. Perché non dobbiamo dimenticare che l’Europa è la terra nella quale fede, ragione e umanesimo hanno trovato quella perfetta sintesi che ha fertilizzato il terreno nel quale è nata la separazione tra Stato e Chiesa. Qui è nato lo Stato sociale. Si è formata una società che mette al centro la difesa della vita, la tutela della dignità umana e la cura per i più fragili e gli ultimi.
L’Europa che vogliamo costruire è un’Europa consapevole della sfida da cui dipendono tutte le altre, che è la sfida demografica. Vogliamo impedire, cioè, che quella di ‘Vecchio Continente’ da etichetta storica quale è diventi, anche, un’infausta prognosi per il futuro”, ha aggiunto la premier.
Sostenere la natalità per assicurare una Next Generation
“È un auspicio che riguarda il senso stesso dell’esistenza dell’Europa, ma anche quell’equilibrio di bilancio al quale Bruxelles guarda con molta attenzione. Se non riusciremo, infatti, a ripristinare un equilibrio fra la popolazione attiva e la popolazione che ha bisogno di assistenza, nel giro di pochi anni i nostri sistemi sociali collasseranno. Per questo, io sono convinta che la spesa finalizzata a sostenere la natalità, i servizi, gli aiuti alle famiglie e la conciliazione vita-lavoro, sia quella che più di ogni altra possa essere considerata un investimento produttivo.
È un investimento sul futuro perché garantire l’equilibrio di un quadriennio di bilancio servirà a poco se, nel mediolungo periodo, sarà l’intero sistema a diventare insostenibile. Se verrà meno quella ‘Next Generation’ alla quale l’Europa ha intitolato i piani di ripresa post-pandemia rischia di non esistere. È una sfida che chiama in causa il nostro passato, che vivrà finché ci saranno figli ai quali genitori e nonni potranno tramandare cultura, identità e tradizione. Ma include anche il nostro futuro comune, perché un’Europa giovane è un’Europa prospera, vitale e che sa immaginarsi forte, autorevole e protagonista nel mondo.” Così ha concluso Meloni.