Il partito Democratico ha promesso un processo “trasparente” per scegliere un candidato diverso da Joe Biden dopo il suo annuncio di non ricandidarsi alla Casa Bianca. Con l’investitura “presidenziale”, Kamala Harris è di fatto la front runner per la grande sfida di novembre. Ma il passaggio di consegne non è automatico, dal momento che la decisione del presidente trasforma l’evento in programma per il 19 agosto a Chicago in una “open convention”, dove altri pretendenti alla carica più ambita potranno contendersi con lei il voto dei delegati.
Su questi ultimi vi è anche un altro ragionamento da fare. Pur essendo stati eletti per Biden e selezionati dalla sua campagna, non hanno nessun obbligo di appoggiare il successore da lui indicato. Ancora maggiore è la libertà di manovra di cui godono i circa 700 leader del partito e funzionari eletti che diventano autonomamente delegati e possono partecipare alle operazioni solo dalla seconda chiamata. Al momento, dunque, nulla è scontato.
Kamala Harris incassa e ringrazia
La vicepresidente ha fatto sapere di essere “onorata di avere l’appoggio del presidente” e di volersi “guadagnare e vincere la nomination”. In una nota della campagna elettorale Biden-Harris la “designata” ha sottolineato che “mancano 107 giorni alle elezioni. Insieme combatteremo. E insieme vinceremo”.
Harris ha aggiunto: “Nel corso dell’anno passato ho viaggiato in tutto il paese, parlando con gli americani della scelta chiara da fare in questa elezione importante. Ed è ciò che continuerò a fare nei giorni e nelle settimane a venire. Farò tutto ciò che è in mio potere per unire il partito Democratico e unire la nostra nazione, per sconfiggere Donald Trump e il suo estremo Project 2025”.
Il leader della maggioranza democratica al Senato Usa, Charles Schumer, ha parlato con Joe Biden questo pomeriggio, prima che il presidente pubblicasse la lettera in cui ha annunciato la sua uscita dalla corsa presidenziale del 2024, secondo una fonte riportata dalla CNN.
I principali donatori Dem hanno espresso il loro sostegno a Kamala Harris come candidata alla presidenza Usa prima che il presidente ufficializzasse la sua resa. “Se qualcosa cambia, noi siamo lì per te”, aveva detto uno dei principali donatori. Le donazioni più ingenti alla campagna per la rielezione di Biden si erano ridotte notevolmente nelle settimane successive al disastroso dibattito sulla CNN con Donald Trump.
L’orgoglio e la rabbia di Richmond
Joe Biden ha fatto la cosa giusta appoggiando Kamala Harris dopo aver abbandonato la corsa. Lo ha dichiarato il co-presidente della campagna Cedric Richmond. “L’ha scelta come sua compagna di corsa. Ha avuto la possibilità di vedere quanto è intelligente, tenace e brava”, ha spiegato Richmond, sottolineando di essere stato avvisato in anticipo della decisione del leader.
Il co-presidente ha attaccato chi ha ritirato il sostegno economico a Biden nelle ultime settimane. “Senza soldi non si vince e poi avrebbero puntato il dito contro il candidato. Avrebbero dato la colpa a Biden. Per un presidente che ha realizzato così tanto, era una situazione senza via d’uscita. Ora quei donatori devono fare un passo avanti”.
I Clinton escono subito allo scoperto
L’ex presidente Bill Clinton e l’ex segretario di Stato degli Stati Uniti Hillary Clinton hanno espresso il loro sostegno a Kamala Harris come candidata democratica alla Casa Bianca. “Siamo onorati nell’unirci al presidente nel sostenere la vice presidente Harris e faremo tutto ciò che è possibile per sostenerla”. In un comunicato i Clinton scrivono: “Abbiamo vissuto molti alti e bassi, ma niente ci ha reso più preoccupati per il nostro Paese rispetto alla minaccia posta da un secondo mandato di Trump”, che ha “promesso di essere un dittatore dal primo giorno”.
“Ora è il momento di sostenere Kamala Harris e combattere con tutti i mezzi che abbiamo per eleggerla. Il futuro dell’America dipende da questo”, hanno concluso.
Più cauto e abbottonato Obama
“Joe Biden è stato uno dei presidenti americani più importanti, nonché un caro amico e alleato per me. Oggi, ci è stato anche ricordato, ancora una volta, che è un patriota di primissimo ordine”. L’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, si è affidato ad “X” per omaggiare il suo ex vice, senza esprimere ancora il proprio appoggio a Harris.
Il sarcasmo di Mosca
Il Cremlino monitorerà la situazione, ma considera prioritari non i risultati delle elezioni americane, ma il raggiungimento degli obiettivi del Distretto militare centrale, vale a dire l’evolversi della situazione nel conflitto in corso Ucraina. È questa la formula usata dal portavoce del presidente russo Dmitry Peskov al canale Shot Telegram.
“Mancano ancora quattro mesi alle elezioni, e questo è un lungo periodo durante il quale molte cose possono cambiare. Dobbiamo prestare attenzione e guardare cosa succederà dopo. La nostra priorità è raggiungere gli obiettivi del Distretto Militare Centrale non i risultati delle elezioni negli Stati Uniti”, ha affermato Peskov.
Recentemente Biden era incappato in una clamorosa gaffe, presentando il presidente ucraino Volodymyr Zelensky come “Vladimir Putin”. “Biden è un candidato filorusso”, avevano ironizzato i russi.