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Home Esteri

Incontro Meloni-Modi: Italia e India festeggiano 75 anni di relazioni diplomatiche

Il presidente del Consiglio si è recato questa mattina a Nuova Delhi, dove è stato accolto con gli onori militari. L’incontro Meloni-Modi si svolge nel 75esimo anniversario delle relazioni bilaterali. L’obiettivo è archiviare le frizioni del passato, inaugurando una partnership strategica tra la penisola e il gigante asiatico. Fissato invece per domani il viaggio negli Emirati Arabi Uniti.

Marco Valerio Solia by Marco Valerio Solia
Marzo 2, 2023
in Esteri, Politica, Ultimissime
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Incontro Meloni-Modi
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  • Incontro Meloni-Modi. Meloni paragona Gandhi a Mazzini
  • Roma punta su Nuova Delhi quale mediatore nel conflitto ucraino
  • Il bilaterale con la presidente della Repubblica indiana e l’intervento al Raisina Dialogue
  • Il G20 dei ministri degli Esteri

Incontro Meloni-Modi. Meloni paragona Gandhi a Mazzini

Accolta con gli onori militari, Giorgia Meloni è giunta questa mattina nella capitale del Paese asiatico. L’incontro Meloni-Modi si è svolto al Rashtrapati Bhawan, il Palazzo presidenziale. Meloni ha poi visitato il Raj Ghat, il Memoriale di Mahatma Gandhi, dove le è stato regalato un busto del patriota indiano.

Sul libro d’onore il presidente italiano ha evidenziato le affinità tra Gandhi e Mazzini: “Vi sono al mondo pochi esempi di un uomo che, solo, abbia compiuto la resurrezione del proprio Paese con la forza del pensiero e la dedizione estrema durata tutta la vita. Così il grande Mahatma Gandhi parlava di Giuseppe Mazzini, uno dei padri del Risorgimento italiano, fonte d’ispirazione anche per quello indiano. Due patrioti che con le loro azioni e le loro opere hanno indicato il cammino ai nostri popoli. Italia e India, civiltà millenarie che hanno combattuto per la loro indipendenza e sono oggi unite nella difesa della democrazia e della libertà”. Si è poi svolto a Hyderabad House, la residenza dove vengono accolti gli ospiti stranieri illustri, il bilaterale vero e proprio tra i leader dei due Paesi, denso di spunti di rilievo per provare a delineare le reciproche strategie e le possibili sinergie.


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Roma punta su Nuova Delhi quale mediatore nel conflitto ucraino

 

Come è noto, Italia e India hanno visioni differenti sul conflitto ucraino. Storicamente l’India è molto più vicina alla Russia rispetto alla penisola. Quest’ultima, inoltre, ha assunto un atteggiamento ancora più atlantista da quando Giorgia Meloni (e prima Mario Draghi) è salita a Palazzo Chigi. Ciò non ha impedito al presidente del Consiglio di riconoscere il prezioso ruolo di mediatore che Narendra Modi potrebbe giocare tra Mosca e Kiev. Meloni ha inoltre ricordato il valore dell’interscambio commerciale (che sfiora i 15 miliardi di euro), mentre Modi ha sottolineato la volontà di approfondire il legame nel comparto della Difesa. Non a caso Italia e India hanno deciso di organizzare esercitazioni congiunte tra le rispettive forze armate.

Durante la conferenza stampa congiunta l’Italia ha annunciato di voler aderire all’Indo-Pacific Oceans Initiative, il forum regionale creato nel 2015, proprio per iniziativa di Modi, finalizzato alla tutela della sicurezza marittima (intesa sotto molteplici aspetti che variano da quello scientifico a quello logistico). L’IPOI coagula del resto Stati preoccupati dall’espansionismo cinese. La mossa della Meloni conferma dunque l’interesse strategico nel voler implementare la presenza in questo quadrante geopolitico. L’adesione italiana si affianca ad altri risultati conseguiti nel corso della visita, come una dichiarazione d’intenti congiunta sull’immigrazione e il varo di una collaborazione più strutturata tra le startup dei due Paesi. Il contrasto al terrorismo, la difesa degli approvvigionamenti energetici e la volontà di perseguire la strada del negoziato per mettere fine al conflitto ucraino rappresentano altri spunti significativi emersi nel corso del colloquio.

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Il bilaterale con la presidente della Repubblica indiana e l’intervento al Raisina Dialogue

Giorgia Meloni è stata poi accolta al Rashtrapati Bhavan, la sede della Presidenza della Repubblica indiana. A riceverla la presidente Draupadi Murmu, che ha sottolineato come la sua interlocutrice non sia soltanto la prima presidente donna d’Italia ma anche l’esponente politico più giovane ad aver mai guidato Palazzo Chigi. Secondo Murmu, la presidenza indiana al G20 e quella prossima italiana al G7 rappresenteranno due occasioni preziose per rinforzare i rapporti bilaterali e portare avanti un’agenda condivisa. In particolare la presidente indiana ha parlato di innovazione digitale, della difesa dei diritti umani e dello stato di diritto, nonché del contrasto ai cambiamenti climatici.

Subito dopo la Meloni ha aperto l’annuale Raisina Dialogue, giunto alla VII edizione. Il nome della conferenza multilaterale deriva dalla collina dove sorgono i palazzi governativi e lo stesso Rashtrapati Bhavan. Meloni, ironicamente, ha dichiarato come l’area le ricordasse il familiare Campidoglio. “Non alimentiamo – ha dichiarato in quest’occasione –  la falsa metafora di un mondo diviso, l’Occidente contro il Resto. L’incrollabile unità di fronte alla crescente minaccia alla pace e alla stabilità internazionale va ben oltre l’interesse occidentale, è un interesse comune. Questo è, credo, un messaggio chiave che potrebbe emergere dalla Presidenza indiana del G20, così come dal Raisina Dialogue”.

 

Il G20 dei ministri degli Esteri

La visita di Giorgia Meloni si è svolta nello stesso giorno in cui la capitale indiana ospitava l’incontro tra i ministri degli Esteri del G20. Non a caso anche Antonio Tajani è volato a Nuova Delhi insieme alla premier. I lavori sono stati divisi in due sessioni. Nella prima si è parlato di multilateralismo (che Modi, nel corso del suo intervento inaugurale, ha definito in stato di crisi), sicurezza alimentare, cooperazione internazionale ed energia. La seconda parte ha visto i presenti discutere invece di minacce globali e del rischio di disastri. A margine si è svolto un rapido colloquio tra il segretario di Stato americano Blinken e il ministro degli Esteri russo Lavrov, senza tuttavia che si arrivasse a un qualche risultato apprezzabile. Non a caso il summit si è concluso senza trovare l’intesa su una dichiarazione congiunta, a dimostrazione delle profonde divisioni circa la complessa situazione internazionale.

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