Il nuovo sfidante democratico
Dean Phillips, da tempo si batte per una “selezione interna competitiva” al contrario del suo partito, che si è rivolto direttamente all’attuale presidente. Il deputato democratico rappresentate del Minnesota, si inserisce così nella corsa alla Casa Bianca, riconoscendo che Joe Biden “ha fatto un lavoro spettacolare, ma che le elezioni del prossimo anno devono riguardare il futuro e non il passato”.
La lista nel ticket democratico si arricchisce del nome di Dean Phillips, deputato 54enne già riconfermato tre volte, che secondo la CNN dovrebbe ufficializzare l’annuncio già oggi, e cercherà di competere con Biden alle primarie democratiche nello Stato del New Hampshire.
Chi è Dean Phillips
In questo momento, Phillips sarebbe l’unico ebreo americano a concorrere per la presidenza. Guardando ai fatti recenti, Phillips è stato tra i primi democratici a condannare gli attacchi di Hamas contro i civili israeliani del 7 ottobre scorso, e da tempo cerca di tenere sotto controllo eventuali commenti antisemiti tra i colleghi democratici. Per questo motivo nel 2019 aveva richiesto delle pubbliche scuse alla conterranea deputata democratica Ilhan Omar che aveva espresso commenti negativi sugli americani fedeli a Israele.
Il deputato è nipote della famosa colonnista che scrive “Dear Abby” ed è stato coinvolto a diversi livelli in diversi marchi alimentari, inclusa la Talenti Gelato. Al momento è proprietario del Penny’s Coffee, una piccola catena di caffetterie.
A livello politico, Phillips supporta l’idea di istituire dei controlli alla frontiera per permettere l’accesso negli Stati Uniti ai migranti, ma rimane senza dubbio pro-immigrazione. È inoltre un grande supporter dell’American Dream e del Promise Act – che assegnerebbero i benefici della cittadinanza ai figli dei migranti che vivono illegalmente negli Stati Uniti. Phillips si è schierato fortemente a favore della scelta in materia di aborto, e si è fatto riconoscere per dure critiche mosse contro proposte che criminalizzano le donne che sfidano il divieto di aborto nel loro Stato spostandosi dove invece è concesso: “le donne non sono proprietà dello Stato, e possono viaggiare per qualsiasi diavolo di motivo”.
La competizione con il presidente Biden
Da tempo la sua candidatura era nell’aria: a fine settembre, Phillips si è dimesso dalla co-presidenza del Comitato sulla policy democratica e le comunicazioni alla Camera per esprimere la sua contrarietà alla ricandidatura di Joe Biden.
Come alcune controparti repubblicane (prima tra tutti la governatrice della Carolina del Sud Nikki Haley), Phillips ha messo in dubbio le capacità mentali del presidente Biden di guidare il partito democratico e più in generale il Paese, e ha chiesto che chi si candida alla presidenza, ma anche al Congresso, venga sottoposto a un test di valutazione della salute mentale. Già mesi fa il rappresentante del Minnesota ha sottolineava che ci sono “persone molto ben preparate, competenti e di grande carattere” disponibili a competere con Biden per la nomination.
Il risentimento del New Hampshire
La discesa in campo di Phillips arriva pochi giorni dopo l’annuncio del Biden, che conferma che non comparirà alle primarie del New Hampshire. La campagna del Presidente ha rilasciato una nota in cui dichiara che “sebbene gli piacerebbe apparire nel ballottaggio del New Hampshire, è obbligato ad attenersi al nuovo calendario delle primarie fissato dalla Convenzione Nazionale Democratica”. Il Presidente aveva spinto personalmente per cambiare il calendario delle primarie e per riassegnare il secolare ruolo di prima nazione a votare del New Hampshire alla Carolina del Sud: lì la sua candidatura gode di un sostegno molto più alto che nel New Hampshire, dove invece gli elettori lo hanno bloccato al quinto posto dietro ad altri candidati.
Phillips è conosciuto per aver guidato con successo partnership bipartitiche e per aver sponsorizzato leggi moderate su temi chiave come il controllo delle armi e dell’immigrazione: con queste carte sommate al fastidio dei repubblicani e democratici del New Hampshire, spodestati dalla loro posizione influente di primo stato a votare, ha buone speranze di poter erodere il bacino elettorale di Biden. Il presidente sembra comunque avere buone possibilità come candidato write-in, ovvero il cui nome non è presente nella scheda elettorale ma che può essere scritto a mano. L’ultimo candidato write-in alle primarie del New Hampshire è stato Lyndon Johnson nel 1968: pur avendo vinto l’elezione con una manciata di voti di margine aveva così pochi delegati che si è ritirato dalla corsa appena tre settimane dopo il voto.
Gli altri concorrenti
Fino all’annuncio di Phillips, l’unica sfidante con cui Biden doveva confrontarsi erano la guru Marianne Williamson e il conduttore televisivo Cenk Uygur, entrambi candidati con scarse probabilità di successo. Dal canto suo Robert F. Kennedy, nipote dell’ex presidente John F. Kennedy, che poteva guadagnarsi la nomination nel New Hampshire al posto del presidente Biden, è uscito dal ticket democratico quando, all’inizio del mese, ha annunciato che avrebbe corso da indipendente e non più da dem.
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