Crisi umanitaria a New York , il sindaco dichiara lo stato di emergenza. È scontro con il Texas sulle politiche migratorie

I centri di accoglienza sono al collasso, la Grande Mela non riesce più a contenere il flusso di migranti spediti dai centri di accoglienza ai confini con il Messico. Il governatore del Texas " Non può essere solo una problema nostro""

migranti

La crisi umanitaria che da circa due anni affligge i confini al sud del Texas si fa sentire anche nel resto degli States. Il sindaco di New York, Eric Adams, ha dichiarato lo stato di emergenza  per i continui arrivi di migranti provenienti soprattutto dallo Stato del governatore Abbott. A poche settimane dalle lezioni di midterm i democratici si arrendono davanti alla marea di migranti che continuano ad arrivare ai confini degli Stati Uniti.

Eric Leroy Adams, sindaco di NY

In una nota il sindaco della grande Mela ha spiegato che da aprile scorso sono arrivati in città oltre 17mila migranti. U numero che secondo le previsioni è destinato ad aumentare vertiginosamente fino ad arrivare alla quota dei 100.000. La città, che ha già allestito quarantadue hotel come centri di accoglienza e collocato 5.500 bambini nelle scuole pubbliche, comincia ad andare in affanno e chiede maggiore sostegno alle autorità statali e federali.

“Si tratta di una crisi umanitaria che ha origine nella violenza e nell’instabilità che caratterizza alcuni Paesi dell’America Latina, e che viene acuita ulteriormente dalle dinamiche della politica statunitense”. Una accusa rivolta a Gregg Abbot, Governatore repubblicano del Texas, “reo” di inviare provocatoriamente autobus carichi di migranti usati come pedine politiche. “Il nostro – ha detto Adams- è un Paese che ha sempre aperto le porte a chi fugge da persecuzioni e altre condizioni intollerabili quello che sta facendo il Governatore del Texas è intollerabile.”

Gregg Abbott, governatore Texas

Non si è fatta attendere la replica di Abbott: “L’inerzia del presidente Biden verso il nostro confine meridionale continua a mettere a rischio la vita dei texani, degli americani e sta travolgendo le nostre comunità”, ha affermato il governatore, che difende l’operazione  “Lone Star”, sostenendo di aver colmato le “lacune pericolose lasciate dal rifiuto dell’amministrazione Biden di proteggere il confine”.

Che cos’è  l’operazione Lone Star?

È una legge statale voluta dal governatore del Texas, Greg Abbott, approvata nel 2021, per rispondere all’emergenza immigrazione illegale. Dopo 14 mesi dall’insediamento alla Casa Bianca del presidente Joy Biden, che aveva promesso in campagna elettorale “accoglienza per tutti”, lo Stato del Texas si è trovato ad affrontare una crisi umanitaria senza precedenti. Il governatore repubblicano si è visto costretto a mettere un freno all’ondata, senza precedenti di migranti verso i confini deluso Stato. “Una necessità  – ha spiegato Abbott-  per frenare l’immigrazione illegale e il traffico di droga ed armi operato dalle organizzazioni criminali internazionali, agevolati dal caos ai confini con il Messico”.

Mobilitato il Dipartimento di Pubblica Sicurezza, l’operazione Lone Star è operativa in 48 Contee situate per lo più lungo il confine con il Messico.

In un comunicato di questi giorni, il governatore Greg Abbott fa sapere che il DPS e la Guardia Nazionale del Texas stanno continuando a lavorare insieme per proteggere il confine. “Lo sforzo congiunto – ha detto- ha portato, dall’inizio dell’operazione, a 311.000 arresti di migranti illegali e più di 20.500 arresti criminali, con oltre 18.000 accuse di reato segnalate. Nella lotta contro il fentanil ( potente antidolorifico e droga preferita dai giovani statunitensi) il DPS ha sequestrato ad oggi oltre 337 milioni di dosi letali.” 

Emergenza da condividere

Il numero impressionante di richiedenti asilo, chiaramente, non può essere gestito dal solo Texas, il primo approdo statunitense. Il governatore ha pianificato trasferimenti con autobus e aerei di famiglie con bambini verso città dove possono ricevere una più dignitosa e adeguata accoglienza. Consentire a centinaia di adulti e bambini l’ingresso in un Paese che non offre sicurezza e accesso ai servizi primari, è peggio che negarne l’accesso.

Una denuncia circostanziata arriva dalla Ong Medici senza Frontiere che opera ai confini con il Messico le condizioni  in cui vivono richiedenti asili sono disumane: “Oltre 2.000 persone, provenienti da El Salvador, Honduras e Guatemala, non hanno accesso a servizi di base adeguati nella città di Reynosa, a circa 200 metri dal ponte che porta a Hidalgo, in Texas. Nel campo di Plaza de la Republica ci sono 18 bagni pubblici disponibili, circa uno per ogni 110 persone”

I numeri della crisi

Il Texas – come si legge nel sito governativo- dal 5 di agosto ha inviato  oltre 8.200 migranti nella capitale, Washington;  dal 31 agosto oltre 3.100 migranti a New York City;  più di 920 migranti a Chicago. “Il problema dell’immigrazione illegale- ha detto il governatore- non può essere solo del Texas. L’operazione Lone Star continua a colmare le pericolose lacune lasciate dal rifiuto dell’amministrazione Biden di proteggere il confine. Ogni individuo – ha dichiarato il governatore repubblicano-  che viene arrestato e ogni grammo di droga sequestrata sono pericoli sottratti a tutta la comunità del Texas e della nazione, pericoli  causati delle politiche di frontiera fallimentari del presidente Biden”.

Le promesse elettorali

La campagna elettorale presidenziale del 2020 è stata sicuramente caratterizzata dal dibattito sull’immigrazione. I due candidati alla Casa Banca si sono dati battaglia: da una parte Trump con il suo First America e dall’altra l’attuale inquilino della Casa Bianca e la sua vice, Kamala Harris, che promettevano politiche migratorie, finalizzate all’accoglienza indiscriminata.

Il tema è una emergenza nazionale che si trascina da tempo a cui il presidente Trump aveva fatto fronte con iniziative restrittive. Nel gennaio del 2017, difatti, con un ordine esecutivo, il Tycoon dava il via alla progettazione di un muro al confine tra Stati Uniti e Messico per bloccare l’immigrazione illegale e lo storico traffico di droga ed armi che caratterizza le attività criminali transnazionali. L’ex presidente  firmava anche, nel 2018, il famoso e controverso programma “Migrant Protection Protocols”, meglio noto come “Remain in Mexico”, ovvero rimanere in Messico fino a quando non sarà completato l’iter relativo alla richiesta di asilo. Secondo fonti governative il flusso migratorio era calato drasticamente negli anni 2017/18/19.

Cosa cambia con Biden, i fatti

Con l’insediamento alla Casa Bianca il presidente Biden firma – come promesso- la sospensione del Migrant Protection Protocols  e cosi inizia il viaggio della speranza verso gli States di centinaia di migliaia di disperati. In poche settimana la frontiera con il Messico pullula di adulti e bambini stremati da un viaggio lungo e pericoloso, la situazione è fuori controllo  e crea non poco imbarazzo al governo federale.  Sarà la stessa vice presidente, dopo circa 1 anno, a fare il mea culpa, e durante un suo pubblico intervento in Guatemala invita  a “don’t come”. Non venite negli Stati Uniti.

Nonostante l’appello a non mettersi in viaggio, i richiedenti asilo continuano ad accalcarsi al confine. L’emergenza umanitaria in Texas è fuori controllo e il governo statale ripristina il Migrant Protection Protocols, decisione sostenuta da una sentenza della Suprema Corte.

 il ripristino del controverso programma trumpiano, pare essere una soluzione – almeno provvisoria – per ripristinare un minimo di legalità in un territorio invaso da ” uomini donne e bambini a cui non è piu possibile offrire neanche i primari servizi di accoglienza, come una tenda” (cit. Medici senza Frontiere).

 Torna in auge il ” Remain in Mexico”; un passo indietro che fa match con l’altro ordine trumpiano mai sospeso da Biden, noto come «Titolo 42». Disposizione governativa emanata durante l’emergenza Covid, che consente l’espulsione per direttissima dei migranti incontrati al confine con il Messico per’ motivi di salute pubblica”.

Una storia di politiche umanitarie cosi diverse e cosi uguali che appartengono a schieramenti politici opposti. Una realtà che in sintesi possiamo racchiudere una un frase celebre del Gattopardo  “Tutto cambia perchè nulla cambi”.

 

 

 

 

 

 

 

 

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