Alla fine vince sempre lei, Jacqueline Kennedy: la divina First Lady, eterna icona di eleganza. L’eco del suo guardaroba lo abbiamo visto e udito nel fruscio delle molte proposte sulle prime passerelle della Fashion Week per l’estate 2026. Gli eventi saranno in tutto 177 e si svolgeranno fino a lunedì.
Sembra una serie tv, questa Fashion Week: nei primi giorni di passerelle ci sono tanti richiami vintage, dal 1960 di Dior e Courrèges al 1990 di Ferrè e Armani. Ci sono pochi spunti innovativi e colpi di scena continui nelle maison, per via dei direttori creativi che stanno cambiando per trasformarsi e stare al passo.
La verità è che la gente sta comprando di meno. I prodotti di lusso non sono sempre così innovativi; dunque, possiamo portare tranquillamente le cose dell’anno scorso e di quello prima. Alcuni marchi stanno perdendo il 10% (se va bene), altri il 30%, come Miuccia Prada, che appunto è corsa ai ripari tornando a disegnare con vigore.
La geopolitica arriva alla Fashion Week
Molti stilisti, che risultavano ripetitivi ma nessuno lo scriveva, stanno cercando di cambiare identità velocemente. Provano a raccontare l’inquietudine per la geopolitica, dire no alla guerra e sì alla protezione dell’ambiente attraverso la scelta di colori non aggressivi, forme leggiadre e serene, ispirazioni non riferibili all’una o all’altra cultura ma alla natura. Tante collezioni portabili, vendibili e tranquille.
Il Made in Italy, quale futuro?
La filiera produttiva italiana, che realizza anche il 70% della produzione moda francese, è preoccupata per il continuo attacco al Made in Italy, che arriva da una parte con l’insufficiente lotta alla contraffazione turca e asiatica, e dall’altra con la scarsa informazione su materiali e lavorazioni. Ma gli esperti del settore mostrano sicurezza perché affermano: “La qualità e la creatività italiane sono impareggiabili”.
Dunque, le giovani generazioni si lasciano lusingare dai grandi hub online, che vendono abbigliamento a prezzi stracciati ma in materiali infimi e spesso nocivi, per lavorazioni proibite. Ma bisogna dire che, dalle proposte viste finora sulle passerelle, di novità vere se ne sono viste poche, e che sul podio dell’innovazione stilistica, fino ad oggi, ci sono soprattutto Prada e Diesel.
Aspettiamo dunque lunedì prossimo per tirare le somme. Il marchio di Renzo Rosso ha presentato le novità per il 2026 in bolle trasparenti, con pezzi che potevano essere vinti dal pubblico durante una caccia al tesoro urbana, fatta a piedi e anche con il nuovo motociclo da affittare a tre ruote, Scuter.
La mostra di Giorgio Armani
In migliaia sono stati a vedere la mostra dedicata alla carriera di Giorgio Armani, e poi in fila per ore per aspettare i vip: da Tony F a Chiara Ferragni, da Serena Williams a 50 Cent ed Elodie. Ma anche per lasciare i propri dati personali a chioschi creati da marchi importanti come Loro Piana o Dolce & Gabbana, pur di ricevere gadget di poco valore da esibire agli amici.
Tra i tanti eventi correlati, Ennio Capasa, Presidente della Camera Nazionale della Moda, ha inaugurato il Fashion Week Hub di Giureconsulti, che ha ospitato gli stilisti emergenti.
Gucci celebra Jackie, Pirelli entra a tutto gas nel fashion
Molti spettatori e addetti ai lavori si sono riversati poi in Piazza Affari per l’ingresso di star e modelle alla sfilata di Gucci, che ha riproposto “l’usato sicuro” dei famosi outfit di Jacqueline nell’era Kennedy e poi Onassis: abbiamo rivisto cappottini, foulard, impermeabili. Sono cambiati, ma non sempre, il colore dei suoi famosi abiti di chiffon e struzzo, riproposti in rosa tea o blu elettrico.
Diesel ha proposto il taglio al vivo, poliesteri riciclati, colorazioni sperimentali e collane a forma di scheletri di animali. Innovative le gonne patchwork di Prada, come uscite da un’epoca futura post-atomica, dove o ci si mette una casacca unisex da Star Trek o si tagliano e si ricompongono abiti superstiti ai conflitti nucleari.
Nel gruppo dei molto portabili, vendibili e tranquilli entrano le tradizioni e la flora sarda di Antonio Marras (guarda l’intervista video), Fendi con le sue linee pulite, Alberta Ferretti con le forme rilassate in tripla organza, in colori cipria, verde menta, pesca, voluti da Lorenzo Serafini.
Ma anche Iceberg, con il suo british sport bordato di chiffon, e Peserico, che propone belle camicie in organza grigio-verde con stampe di bambù, da portare con la gonna di paillettes argento.
La moda sportiva
Nella moda sportiva entra a tutto gas il nuovo brand Pirelli, lanciato da Marco Maria Tronchetti Provera, con t-shirt e felpe gialle ispirate al mondo del racing o al famoso calendario, che risultano irresistibili anche per il genere femminile.
Che però non rinuncia a un’immagine leggiadra e vezzosa: Luisa Beccaria continua a vestire il gotha mondiale di principesse ed ereditiere con il suo acquarello floreale regale e delicato, stampato su chiffon, organza, tulle.
Con un bel po’ di malizia, una volta tanto: il nuovo twin è la gonna da gran sera e camicia con le ruches, spalancata non su un top, ma su un malizioso reggiseno realizzato nello stesso impalpabile velo.