Visti falsi
Dopo la denuncia dell’on Di Giuseppe, il ministro degli Affari Esteri e vice premier Antonio Tajani annuncia un giro di vite sulle procedure per il rilascio dei visti d’ingresso. Il capo del dicastero degli Esteri ha avvertito: “Tolleranza zero verso i furbetti e più risorse alle nostre sedi diplomatiche”.
Nella nostra intervista, un aggiornamento eclatante sul giro di visti falsi in Congo. L’assassinio dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, avvenuto il 22 febbraio del 2021, potrebbe essere legato al traffico di visti. Le Autorità dei due Paesi indagano a seguito di un esposto presentato dal parlamentare Andrea Di Giuseppe, eletto nella circoscrizione estera Centro e Nord America.
Secondo il parlamentare Di Giuseppe le restrizioni annunciate da Tajani sono insufficienti: “Bisogna tagliare la testa al serpente e ,per alcuni Paesi a rischio, i visti devono essere rilasciati direttamente dall’Italia. Tanto per spezzare il legame criminale tra le organizzazioni italiane e estere che controllano il traffico degli esseri umano”.
Il caso Chico Forti
Un mese fa, in compagnia del Console Generale di Miami Michele Mistò, il parlamentare italiano ha fatto visita a Chico Forti, in carcere in Florida da circa 25 anni. Ricordiamo che a dicembre 2020 l’ex ministro degli Esteri Luigi di Maio annunciava l’immediato trasferimento in un carcere italiano del nostro connazionale. Dichiarava l’avvenuta firma del governatore della Florida, Ron DeSantis, con cui accoglieva la richiesta di Chico Forti di avvalersi della convenzione di Strasburgo. Sono passati tre anni e Forti è ancora in Florida. Il perchè nell’intervista.
Stefano Conti ai domiciliari
L’italiano Stefano Conti, in carcerazione preventiva a Panama da 18 mesi, ha scosso la coscienza degli italiani con il suo appello: “vivo l’inferno e rischio la morte ogni giorno”.
Gli italiani in carcere all’estero sono oltre duemila, di cui 861 in attesa di giudizio e Stefano Conti e tra questi ultimi. Un caso seguito dall’on. Di Giuseppe, che si è recato a Panama per dialogare direttamente con il governo e le autorità locali, ma per assistere anche alla seduta del processo di appello che ha confermato una risultato insperato: Stefano Conti è ai domiciliari.
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