Occhi puntati sulle attività del Bureau che inguaierebbero Biden e Trump
Si fa sempre più scivolosa la strada che porta alle elezioni presidenziali statunitense del 2024.
Ieri, dono un’estenuante negoziazione, l’FBI (Federal Bureau of Investigation) ha deciso di condividere con i membri del Comitato sulle Attività Investigative del Congresso (House Oversight Committee) i documenti che accuserebbero Biden di corruzione. Pertanto, la seduta del Congresso per l’incriminazione di Christopher Wray il capo del FBI, prevista per oggi è stata cancellata.
James Comer, il repubblicano a capo del Comitato, ha anche ottenuto accesso, garantito anche al rappresentante democratico Jamie Raskin, ad ulteriori documenti collegati al famoso modulo FD1023.
I documenti tanto attesi coinvolgerebbero il capo del governo statunitense in un episodio di corruzione. Secondo le accuse, Biden avrebbe ricevuto 5milioni di dollari da un oligarca ucraino in cambio di decisioni politiche.
Il Congresso intende fare una seria indagine su questi fatti, rimproverando al FBI una inspiegabile lentezza nell’accertamento di fatti che sembrano di una gravita’ assoluta e che coinvolgerebbero l’attuale Presidente USA.
I guai di Trump
Ma se Atene piange Sparta non ride. Arrivano guai anche per l’ex presidente Donald Trump che, nonostante lo neghi, secondo alcuni giornali americani, pare sia stato già informato dai suoi avvocati di essere ufficialmente accusato per la gestione di documenti secretati, portati con sè dopo aver lasciato la Casa Bianca.
L’indagine condotta da Jack Smith, lo Special Counsel scelto come capo delle indagini, è iniziata con il raid fatto dal FBI nella casa in Florida dell’ex Presidente, immediatamente prima delle elezioni di mezzo termine.
Trump continua a sostenere che i documenti trovati in suo possesso non fossero “riservati” e che, in ogni caso, fosse stata una sua prerogativa declassificarli, in qualità di presidente prima di lasciare la Casa Bianca.
Va anche detto che l’ Associazione Americana degli Avvocati (ABA) ha supportato quanto sostenuto da Trump e tutto questo ha lasciato in una posizione molto dubbia Biden, visto che anche lui e’ stato trovato in possesso di documenti riservati senza aver avuto, come vicePresidente, il potere di declassificarli.
Su questa base, Trump ed i suoi avvocati continuano a criticare il doppio standard seguito in tutta questa vicenda e l’uso politico del Dipartimento di Giustizia.
Il 12esimo candidato GOP
Proprio ieri un altro repubblicano si aggiunge alla lunga lista dei candidati repubblicani alle presidenziali del 2024. Si tratta del Governatore del North Dakota, Doug Burgum, che intende differenziarsi dagli altri puntando su un atteggiamento pro-business e su una solida piattaforma di sviluppo energetico.
Burgum è il dodicesimo candidato GOP dopo Donald Trump (exPresidente), Ron DeSantis (Governatore della Florida), Nikki Haley (exGovernatore del South Carolina), Mike Pence (ex Governatore dell’Indiana ed exVP), Ryan Binkley (businessman del Texas), Chris Christie (ex Governatore del New Jersey), Larry Elder (opinionista conservatore), Asa Hutchinson (ex Governatore del Arkansas), Perry Johnson (businessman del Michigan), Vivek Ramaswamy (businessman ed ex Amministratore Delegato di un’azienda farmaceutica) e Tim Scott (Senatore del South Carolina).
Le date delle primarie GOP
Nonostante i vari candidate abbiano già iniziato ad attaccarsi a vicenda, va precisato che il cammino verso le primarie è ancora lungo. Le elezioni primarie del GOP per le presidenziali si terranno in Iowa il 6 Febbraio 2024 ed in New Hampshire una setimana dopo.
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