Finisce l’apprensione: i nostri connazionali hanno lasciato il Sudan
Attraverso una complicata operazione di salvataggio sono stati messi in salvo circa 150 connazionali che volevano lasciare il Sudan. Un Paese al collasso dove la guerra civile rischiava di mietere molte vittime anche tra gli stranieri ivi residenti. Ieri un C-130 dell’Aeronautica Militare italiana e un AM400 spagnolo hanno condotto in salvo circa 150 italiani, oltre a decine di cittadini di altre nazionalità. I nostri connazionali erano stati fatti convergere nella mattinata di ieri presso la residenza dell’ambasciatore Michele Tommasi. L’arrivo in Italia è invece previsto per la giornata per oggi.
Un’operazione che permette di tirare un sospiro di sollievo dopo molte ore di apprensione. Iniziative simili sono state prese dagli altri Stati occidentali, molti dei quali hanno anche optato per la chiusura delle proprie rappresentanze diplomatiche. “Dopo una giornata di trepidante attesa – ha dichiarato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – tutti i nostri connazionali in Sudan che hanno chiesto di partire sono stati evacuati. Con loro ci sono anche cittadini stranieri. L’Italia non lascia nessuno indietro”.
Meloni: l’Italia sostiene l’apertura di colloqui di pace
“Voglio ringraziare tutti coloro che hanno partecipato a questa operazione così difficile – ha poi dichiarato la premier – in piena zona di combattimento, il mio plauso va al ministro degli Esteri Antonio Tajani e all’Unità di crisi della Farnesina, al ministro della Difesa Guido Crosetto, al Sottosegretario Alfredo Mantovano, al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, al comandante del Covi, il generale Francesco Paolo Figliuolo, al nostro ambasciatore in Sudan, Michele Tommasi, ai Servizi di Sicurezza. Voglio rinnovare anche in questa occasione il mio appello alla fine della guerra, all’apertura di un negoziato che conduca a un governo a trazione civile, il Sudan ha bisogno di pace”.
Un appello simile a quello lanciato dall’alto rappresentante UE per la politica estera, Josep Borrell, il quale ha chiesto un immediato cessate-il-fuoco tra i vertici dell’esercito regolare e i ribelli dell’RSF (Forze di Supporto Rapido). Quest’ultime, peraltro, hanno partecipato attivamente alle operazioni per mettere in salvo gli italiani da Khartoum. Soddisfazione è stata espressa dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. In un tweet pubblicato dal titolare della Farnesina si legge: “Tutti gli italiani che hanno chiesto di partire dal Sudan sono in salvo ed in volo verso Gibuti. Sono orgoglioso del gioco di squadra che ha portato al successo di questa delicata e complessa operazione di evacuazione. Ringrazio i militari, l’intelligence e la diplomazia”.
