Scontri a Roma durante il corteo non autorizzato pro Palestina: scoppia la polemica

Le organizzazioni che hanno aderito alla protesta sono state usate come 'cavallo di Troia' dai violenti.

Sono 30 i feriti tra le forze dell’ordine, 26 Poliziotti e 4 finanzieri, negli scontri di ieri durante la manifestazione pro Palestina a Roma. Nonostante il diniego dell’Autorità di Pubblica Sicurezza, pacifisti e manifestanti violenti si sono fusi in un unico corteo che ha finito per fare da “cuscinetto” ai gruppi di violenti, che si sono scagliati contro le forze dell’ordine.

Diritto alla sicurezza

Le immagini di ieri trasmesse da tv e pubblicate sui social non sono giustificabili in un paese democratico, il diritto a manifestare va garantito tanto quanto il diritto alla sicurezza, si tratta di un binomio fondamentale. La violenza non può essere mai tollerata. L’immagine di una polizia paralizzata e accerchiata dai violenti, non può essere accettata.

Delle quattro persone bloccate ieri durante i tafferugli in piazzale Ostiense, una è stata arrestata e due sono state denunciate. Sono oltre 200 invece quelle allontanate prima della manifestazione di cui 51 con foglio di via poiché gravate da precedenti per reati contro l’ordine pubblico e 150 che, per non farsi identificare ai controlli, hanno deciso di tornare indietro scortati fino al limite di provincia. Sono 34 gli uomini le forze dell’ordine feriti, tra cui un dirigente della Polizia che ha riportato la frattura del bacino.

La posizione del Siulp

“Voglio augurare innanzitutto una pronta guarigione a tutti i poliziotti che oggi, ancora una volta, hanno pagato sulla propria pelle, le azioni violente dei protagonisti del disordine. Pronta guarigione a tutti i poliziotti e plauso per come hanno saputo ancora una volta gestire con calma, equilibrio e professionalità una situazione che poteva scaturire in disordini ben peggiori”. Così in una nota, Felice Romano, Segretario Generale del Siulp, il sindacato maggioritario del comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico, ha commentato quanto accaduto nella Capitale.

I conti non tornano

Romano ha posto un interrogativo importante: “Mi chiedo come sia possibile, in un paese civile, di fronte al diniego dell’Autorità Nazionale di Pubblica Sicurezza, ritrovarsi a dover fronteggiare scene di violenza bieca e gratuita. Ma come avevamo ampiamente preventivato, come Siulp, ad oggi, al pari del rischio attentati, ci preoccupa il fanatismo ideologico dei professionisti del disordine del nostro Paese che stanno cercando di infuocare le piazze con ogni mezzo. E purtroppo le migliaia di persone che sono scese in piazza con loro, nonostante il divieto, sono divenuti loro malgrado, strumento per le scorribande di questi violenti che come unico scopo hanno quello della devastazione e dell’attacco all’ordine costituito attraverso azioni vili e gratuite contro chi in quel momento oltre a servire lo Stato, lo rappresenta: parlo ovviamente della Polizia di Stato”.

“Ringrazio ancora l’equilibrio di tutti i poliziotti scesi in piazza oggi – ha concluso – oltre alla preparazione attenta e scrupolosa della Questura di Roma, grazie alle quali si è evitato che tali delinquenti compissero ulteriori e ben più gravi danni anche alla città, come spesso accaduto in passato in altre località”.

L’analisi del Consap sugli scontri

Secondo il Segretario Generale Nazionale della Consap, Patrizio Del Bon, “le organizzazioni che hanno aderito alla protesta ed anche i tanti manifestanti che, pacificamente, avrebbero voluto denunciare il dramma che stanno vivendo le popolazioni del Medio Oriente, sono stati per l’ennesima volta usati come ‘cavallo di Troia’ per i professionisti del disordine che utilizzano in maniera strumentale il dramma del conflitto in Medio Oriente, in una manifestazione che, è bene ricordarlo non era autorizzata”.

I permessi mancanti

Il segretario generale del Sap, Stefano Paoloni, ha posto di nuovo l’accento sulla questione dei permessi e delle autorizzazioni che chi ha dato vita agli scontri non aveva: “La manifestazione non era stata autorizzata perché vi erano seri e concreti elementi per i quali era prevedibile che non sarebbe stata pacifica e i fatti accaduti ieri ne sono la più ampia e concreta dimostrazione. Delinquenti, professionisti del disordine incappucciati hanno cercato e voluto gli incidenti. Le immagini sono inequivocabili. Nessuna giustificazione può essere avanzata e chi non condanna quanto accaduto ne è complice”.

L’auspicio di Paoloni è che il ddl Sicurezza, “già approvato alla Camera, riceva al più presto l’ok del Senato, poiché contiene pene più severe per chi usa violenza e resistenza a pubblico ufficiale, nonché aggravanti per chi procura lesioni gravi, inoltre, in caso danneggiamento durante le pubbliche manifestazioni ci saranno pene maggiori”.

 

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