I responsabili della guerra
Come riporta l’agenzia di stampa internazionale NOVA, i servizi speciali dell’Ucraina sarebbero responsabili di una serie di attacchi e sabotaggi recentemente condotti nell’area di guerra di Khartum, in Sudan, contro le Forze di supporto rapido (Rsf), fazione del conflitto civile in Sudan ritenuta vicina al gruppo paramilitare russo Wagner. A rivelarlo è l’emittente televisiva statunitense “Cnn”, che in un’inchiesta descrive i recenti attacchi contro le Rsf, che hanno visto l’impiego di droni e ordigni esplosivi, come l’operato di “una forza militare non sudanese”, affermando che “i servizi speciali ucraini (ne) sono probabilmente i responsabili”.
Espansione del conflitto
A corroborare tale ipotesi ci sono i video di una serie di attacchi sferrati contro veicoli e paramilitari delle Rsf che, secondo le stesse fonti, “presentano tutti gli elementi degli attacchi con droni (esplosivi) nello stile delle forze ucraine”. Almeno otto degli attacchi analizzati sono avvenuti con l’impiego di modelli di droni commerciali diffusamente utilizzati dalle Forze armate di Kiev, così come le modalità e le tattiche di utilizzo dei droni sarebbero a loro volta analoghe a quelle utilizzate dall’Ucraina contro le forze russe, e del tutto inusuali nel contesto dei conflitti armati in atto nel continente africano.
Come evidenziato dalla “Cnn”, gli attacchi sotto copertura di Kiev contro forze vicine alla Russia in Sudan, se confermati, rappresenterebbero “un’espansione drammatica e provocatoria del teatro bellico di Kiev contro Mosca”.
La guerra distruttiva utilizza i droni “fatti in casa”
Secondo gli esperti del settore, i droni in questione sono costruiti con batterie extra e una testata attaccata e possono volare a velocità superiori a 100 miglia orarie, due volte più veloci di un drone tipico, grazie ai loro potenti motori. Ciò significa che sono in grado di trasportare una testata Rpg (lanciarazzi) o un pacchetto esplosivo simile del peso di un paio di libbre.
Stando alle fonti citate da “Forbes”, gruppi di volontari in Ucraina e in Russia assemblano migliaia di questi droni ogni mese nei garage e nei retrobottega, utilizzando componenti acquistati dalla Cina al costo di circa 400 dollari ciascuno.
I droni sono già stati protagonisti della guerra civile in Sudan. Le Saf dispongono di alcuni aerei da combattimento, inclusi aerei cinesi e MiG-29 di fabbricazione russa, ma hanno subito perdite significative e la loro efficacia non è elevata. Tuttavia, le Forze armate di Khartum gestiscono anche una flotta di droni, tra cui i modelli Ababil e Mohajer provenienti dall’Iran, alcuni dei quali trasportano armi. Le Rsf accusano, ad esempio, le Saf di aver effettuato un attacco con droni in un mercato affollato di Khartum che all’inizio di settembre ha ucciso più di 40 persone. Il Sudan ha persino una propria industria di droni militari, la Military Industry Corporation (Mic), che ha lanciato la sua munizione locale Kamin-25 alla Mostra e conferenza internazionale sulla difesa (Idex) 2023 di Abu Dhabi, un modello ad ala fissa con una portata di 30 miglia e una testata da 15 libbre.