La luce in fondo al tunnel? Hamas definisce prossimo l’annuncio di un cessate-il-fuoco
Le immagini che arrivano da Gaza e la sorte degli ostaggi israeliani stanno tenendo il mondo con il fiato sospeso. Scene di distruzione e terrore che speravamo fossero solo un triste ricordo del passato. Invece il conflitto tra Israele e Palestina ha mostrato una recrudescenza per molti inaspettata. Mentre proseguono i combattimenti nella striscia, delegazioni di Gerusalemme e di Hamas sono in Qatar per discutere il rilascio dei prigionieri e la fine delle ostilità, quantomeno temporanea.
Per questo fanno ben sperare alcune dichiarazioni rilasciate tra ieri e oggi dai vertici di Hamas. Che i colloqui fossero in una fase avanzata non è certo un mistero. Il fatto che l’organizzazione islamista si stia sbilanciando così tanto dovrebbe appunto dimostrare che si è ormai prossimi al cessate-il-fuoco. “Siamo vicini a raggiungere un accordo su una tregua” ha scritto su Telegram Ismail Haniyeh, alto esponente di Hamas. Sul tavolo il rilascio di prigionieri, in particolare donne e bambini dei due popoli.
È quanto ha dichiarato Izzat el Reshiq alla televisione qatariota Al Jazeera. “L’atteso accordo includerà il rilascio di ostaggi donne e bambini israeliani in cambio di donne e bambini palestinesi nelle prigioni dell’occupazione”, queste le sue parole precise. Oltre ai particolari (non certo secondari) degne di nota sono le tempistiche. Secondo gli esponenti di Hamas, infatti, la tregua dovrebbe essere ufficializzata nelle prossime ore. A farlo sarebbero ovviamente i funzionari del Qatar, il Paese che sta ospitando i negoziati.
Una conferma arriva anche da Israele, dove una fonte israeliana ha dichiarato a Canale 12 come le due parti siano molto vicine ad un accordo. Esso riguarderebbe almeno una 50ina di persone, che verrebbero liberate subito. Altre decine potrebbero invece ottenere la libertà nei giorni successivi, in cambio di un’estensione del cessate-il-fuoco. Da quanto filtra in queste ore, il ministro della Sicurezza Nazionale, nonché leader del partito di estrema destra “Potere ebraico”, Itamar Ben Gvir, sarebbe però contrario a tale scambio.
Ad ogni modo, Doha si conferma un attore di primo piano nella regione, possibile risolutore, almeno temporaneamente, di una crisi che rischia di allargarsi. Superfluo sottolineare come una guerra aperta tra Mediterraneo e Golfo Persico rappresenterebbe uno scenario apocalittico. Per questo non resta che auspicare il pieno successo dei negoziati al fine di scongiurare il peggio.
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