Blinken- Abu Mazen, incontro senza preavviso
In una visita a sorpresa a Ramallah, capoluogo di fatto della Cisgiordania, a nord di Gerusalemme, il Segretario di Stato Antony Blinken ha incontrato il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen). Nell’incontro, durato circa un’ora, i due hanno “discusso gli sforzi per ripristinare la calma e la stabilità in Cisgiordania, compresa la necessità di fermare la violenza estremista contro i palestinesi e di chiederne conto ai responsabili”, come riportato dal portavoce del dipartimento di Stato Usa, Matthew Miller. Il riferimento implicito è all’aumento di attacchi – anche letali – commessi dai coloni estremisti israeliani contro i palestinesi in Cisgiordania, che dal 2005 è governata da Abu Mazen e il partito Fatah.
Il governo dell’Autorità Palestinese
Nel corso dell’incontro, il presidente Abu Mazen ha ventilato l’ipotesi di un ritorno al potere dell’Autorità Nazionale Palestinese anche nella Striscia di Gaza (territorio di cui Hamas ha assunto il controllo attraverso un colpo di stato nel 2007) ma ad una condizione: che si trovi una “soluzione politica globale” al conflitto tra Israele e Palestina. “Ci assumeremo pienamente le nostre responsabilità nel quadro di una soluzione politica globale che includa tutta la Cisgiordania, comprese Gerusalemme Est e la Striscia di Gaza” sono le parole riportate dall’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa. Il leader ha evidenziato che la fine dell’occupazione dei territori palestinesi e il riconoscimento di Gerusalemme Est come capitale sono due precondizioni essenziali per ricostruire una situazione di pace e sicurezza nell’area.
La dura condanna a Israele
Nel corso del weekend Gaza è stata colpita duramente con nuovi bombardamenti, e le linee di comunicazione con la fascia costiera sono state tagliate. Sul deterioramento della situazione umanitaria nella Striscia il presidente dell’Autorità Palestinese ha speso parole dure. Ha denunciato come “genocidio” le operazioni che Israele ha avviato dopo l’attacco dei terroristi di Hamas del 7 ottobre scorso. “Non ho parole per descrivere il genocidio e la distruzione subiti dal nostro popolo palestinese a Gaza per mano della macchina da guerra israeliana, senza riguardo per i principi del diritto internazionale”, ha detto al Segretario Blinken.
Abu Mazen ha poi chiesto ad Antony Blinken e agli Stati Uniti l’imposizione di un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza. Il presidente palestinese ha tuonato: “Come possiamo rimanere in silenzio di fronte al massacro di diecimila palestinesi, tra cui quattromila bambini? E ancora ha chiosato: “Si contano decine di migliaia di feriti e la distruzione di migliaia di case, infrastrutture, ospedali, centri di accoglienza e serbatoi d’acqua”.
Il leader palestinese ha poi esortato l’ospite a collaborare per imprimere una decisiva accelerazione alle forniture di alimentari e di beni di prima necessità a Gaza, e ha ribadito che i palestinesi di Gaza “non devono essere sfollati con la forza”.
La risposta di Blinken
Il portavoce del dipartimento di Stato ha reso noto che Blinken “ha espresso l’impegno degli Stati Uniti a lavorare per la realizzazione delle legittime aspirazioni dei palestinesi per la creazione di uno Stato palestinese“. Il Segretario di Stato ha inoltre riaffermato l’impegno degli Stati Uniti per la fornitura di assistenza umanitaria salvavita e la ripresa dei servizi essenziali a Gaza, e ha messo in chiaro la posizione di Washington, in accordo con l’Autorità Palestinese sul fatto che gli abitanti della Striscia non devono essere sfollati con la forza. Gli Stati Uniti, ha dichiarato Blinken, mantengono fermo il loro impegno nel “promuovere uguali misure di dignità e sicurezza per palestinesi e israeliani”.
Nel frattempo, anche il direttore della Cia William Burns è atterrato in Israele per una prima tappa di un tour regionale. L’obbiettivo dell’agenzia è espandere la condivisione di dati con gli alleati israeliani e supportare l’intelligence di Tel Aviv fornendo informazioni utili sulla posizione degli ostaggi e sui prossimi piani d’attacco di Hamas. Attraverso Burns, Washington vuole ribadire l’impegno americano per risolvere la crisi di Gaza attraverso la cooperazione militare e di intelligence, evitando in tutti i modi possibili di allargare il conflitto ad un contesto più ampio.
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