Sostieni Trump? Non sei un essere umano
Che cos’è la democrazia? Domanda ambiziosa, per carità, impossibile da risolvere nelle poche righe di un articolo. Eppure qualche caratteristica possiamo delinearla con relativa semplicità, mettendo d’accordo magari persone di credi politici molto diversi tra loro.
Uno spazio centrale riservato alla dialettica, il rispetto delle idee avversarie (nonché dei loro sostenitori) e l’accettazione del parere della maggioranza rientrano senz’altro tra i fondamenti di una democrazia moderna. Qualcuno, luciferinamente, potrebbe sottolineare come democrazia e liberalismo non siano affatto la stessa cosa e soltanto in determinati frangenti storici siano andati a braccetto, scontrandosi in altri. Accettiamo l’obiezione, che però in questo caso non ci dice poi tanto rispetto al tema attuale.
Veniamo infatti a noi. Un tempo repubblicani e democratici erano avversari politici ma nessuno pensava di poter negare la rispettiva legittimità a esistere. Proprio il contrario di quanto sta avvenendo oggi. Negli Stati Uniti, ma il discorso potrebbe allagarsi anche a diversi Stati europei, Trump non è un avversario, bensì un simbolo mostruoso da abbattere. Siamo dunque passati da un confronto politico, aspro e conflittuale quanto si vuole, a una lotta metafisica tra bene e male.
Se il candidato avversario non è, appunto, un essere umano (pur con idee diametralmente opposte), bensì un diavolo da riportare negli Inferi, ecco che qualsiasi reazione diventa improvvisamente legittima, omicidio compreso.
Non è del resto quanto sta accadendo su temi come il clima, le rivendicazioni LGBTQ e chi più ne ha più ne metta? Se il riscaldamento globale, su cui non ci permettiamo di controbattere nella sua versione accademica, assurge da fenomeno scientifico a Moloch a cui sacrificare qualsiasi cosa, siamo ormai allo sdoganamento dell’Apocalisse. Pensiamoci: se il mondo dovesse finire tra pochi decenni che importanza avrebbe preservare le statue e i monumenti che gli attivisti green imbrattano? In nome dell’emergenza (ambientale, sanitaria, economica ecc.) vale tutto. E chi si oppone è uno zombie da abbattere.
Chi scrive ha provato sulla propria pelle, dirigendo da 4 anni questo giornale, cosa significhi pubblicare un articolo sgradito a pattuglie di fanatici. Non sono mancate minacce di arresto (per reati di opinione) e insulti. Del resto questo è il clima che si respirava a New York durante il processo contro Trump, in cui era pressoché impossibile trovare qualche residente che non ne fosse uno strenuo oppositore.
Come specificato, gli Stati Uniti non sono l’unico Paese dove si verifica un fenomeno simile, in cui la sinistra radicale ha il potere di dare o meno patenti di legittimità. Negli USA, tuttavia, la posta in palio più alta e la diffusione di un retroterra armato possono esacerbare tensioni presenti nel Vecchio Continente in una misura (per il momento) più gestibile.
Pescando nella storia d’Italia, pensiamo alle crociate contro Berlusconi, attaccato in qualsiasi modo nella propria onorabilità (quando non nella libertà personale). Per non parlare dell’odio aprioristico nei confronti di Matteo Salvini, o quello più recente verso il suo asso nella manica, il generale Vannacci (chi ha più memoria storica potrebbe aggiungere Craxi o Fanfani, ma il discorso non cambia).
Perché la democrazia è questa: posso ribattere punto per punto alle posizioni del mio concorrente, segnalarne incongruenze e proporre modelli alternativi. Ma sarebbe un livello di elaborazione troppo complesso (e civile). Meglio dunque una soluzione binaria: Noi/Bene Vs Voi/Male.
Le camere dell’eco sono il campo di battaglia. Lo scontro politico diventa la ricerca dello scalpo altrui. Roba da “I Ragazzi della Via Pàl” 2.0. Senza però la complessità e l’umanità di Molnár.
Comments 1