Tassa sui super ricchi, nel mirino i patrimoni superiori ai 50 milioni di euro
In questi anni sono stati molto elevati i costi sociali pagati dai redditi medio-bassi per fronteggiare le numerose crisi apparse sullo scenario globale. Dalle restrizioni anti-covid all’inflazione, passando per le conseguenze economiche del conflitto russo-ucraino e per la transizione energetica, la classe media ha rappresentato il classico vaso di coccio. Le diverse emergenze hanno depresso il tenore di vita e le aspettative per il futuro delle persone comuni, alimentando povertà diffusa e insofferenza. La mossa di Aurore Lalucq (Socialisti e Democratici) e dell’economista Gabriel Zucman sembra voler sanare parzialmente, quantomeno per l’avvenire, queste sperequazioni. 130 deputati hanno infatti firmato la loro petizione, annunciata sul giornale Le Monde, per chiedere una tassa sui super ricchi, dando concretezza al progetto.
Una tassa progressiva internazionale
L’obiettivo è quello di prelevare l’1,5% (cifra per il momento indicativa) dei patrimoni sopra i 50 milioni di euro. La percentuale salirebbe inoltre progressivamente in base all’entità della fortuna tassata. Questa imposta permetterebbe di ottenere risorse utilizzabili per finanziare la transizione ecologica e quella energetica. Nel 2024, del resto, in Europa entrerà in vigore l’obbligo di tassare almeno del 15% i profitti delle multinazionali, archiviando in questo modo i paradisi fiscali ancora esistenti sul continente. Solo per l’Italia si calcolano 3 miliardi di euro in più l’anno, un tesoretto considerevole che potrebbe essere destinato a voci di spesa molto più utili, come quella sociale o in infrastrutture. Anche negli Stati Uniti il presidente Biden si sta muovendo per introdurre una minimum tax del 25% sui miliardari, oltre ad implementare la pressione fiscale sui profitti finanziari dal 20 a poco meno del 40%.
Un anno fa l’appello di 102 miliardari: “fateci pagare più tasse”
Se molti paperoni hanno approfittato delle sperequazioni e della pandemia per aumentare i loro patrimoni da capogiro, alcuni miliardari hanno ventilato per primi l’ipotesi di una tassazione speciale. Era il gennaio 2022 e 102 miliardari, capeggiati da Abigail Disney, erede del celebre Walt, lanciavano l’appello per una tassazione più giusta. Nel biennio della pandemia, del resto, Oxfam segnalava come i 10 uomini più ricchi del mondo avessero implementato il proprio patrimonio dai 700 miliardi a oltre 2.500 miliardi di dollari. Questo mentre piccole e medie imprese fallivano sotto il peso delle restrizioni e cittadini di tutto il mondo perdevano il proprio lavoro. Che i costi sociali non fossero uniformi, per usare un eufemismo, lo hanno ricordato i licenziamenti in ambito high tech di questi mesi. I tempi sembrano dunque maturi per una seria riflessione sul contrasto alla sperequazione e all’ingiustizia sociale.