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Home Economia

Sam Bankman-Fried parlava di scatola invece era un pacco

Un crack di oltre 30 miliardi di dollari e più di 1 milione di persone coinvolte. È l'inizio della fine delle criptovalute?

Redazione by Redazione
Dicembre 1, 2022
in Economia, Ultimissime
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Sam Bankman-Fried parlava di scatola invece era un pacco
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By Andrea Di Caprio

– Crolla tutto, come sempre succede ogni volta che emerge la distanza tra i soldi che si dice di avere e quelli che si hanno davvero. Nel mondo delle crypto, privo di barriere e senza controlli, nascondere questa differenza è davvero molto facile. Il recente crack di FTX, tra le più importanti piattaforme di criptovalute del mondo, ne è la conferma.

Le stime parlano di più di un milione di persone coinvolte e un buco di oltre 30 miliardi di dollari, una cifra enorme che potrebbe innescare una devastante reazione a catena. In questi giorni altre piattaforme di exchange potrebbero sperimentare situazioni simili di insolvenza inclusa Cripto.com, attuale sponsor della Serie A di calcio italiana.


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La storia

La storia di FTX comincia qualche anno fa. Sam Bankman-Fried un giovanotto di buona famiglia, con in tasca una laurea in fisica conseguita al prestigioso MIT, comincia ad occuparsi di finanza in particolare di compravendita di cryptovalute con discreto successo. La svolta per SBF (come vuole essere chiamato) arriva nel 2019 quando fonda FTX. L’idea alla base non è nuovissima e lui la descrive così: “dapprima si crea una scatola da decorare per farla sembrare un protocollo che cambia la vita, che rimpiazzerà tutte le grandi banche nel giro di 38 giorni o qualcosa del genere». Poi ci si mette dentro «qualcosa», ad esempio criptovalute. Infine si producono gettoni digitali (i token) e ai clienti si promette che «qualsiasi cosa di buono uscirà da questa scatola apparterrà a chi avrà comprato i token».

Tantissime persone si lasciano tentare da questo novello “campo dei miracoli” comprando e scambiandosi i “token” di FTX, mossi dal sogno antico e ingenuo di poter fare tanti soldi ed essere i pionieri della nuova era digitale. Un sogno che si è infranto pochi giorni fa trasformandosi nel peggiore degli incubi; non solo i guadagni, ma anche il capitale è sparito nel nulla e per sempre. A questo punto non è difficile prevedere che le vittime del crollo di FTX certamente non saranno le ultime perchè la tempesta non è ancora passata. Tali piattaforme continuano ad essere gestite in modo opaco, non vi è una regolamentazione di garanzia, hanno comportamenti ai limiti della legalità.

L’attuale ceo di FTX, esperto in fallimenti e che in passato è stato anche liquidatore di Enron ha dichiarato senza giri di parole che la società era dedita ad attività fraudolente, che le decisioni erano prese da pochissime persone su chat interne, che i controlli aziendali risultavano completamente assenti e le informazioni finanziarie non credibili.

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Quale futuro

Bisogna chiedersi se questa situazione è limitata solo a FTX o invece è solo l’inizio? Di quest’ultimo avviso sembra essere l’autorevole Roubini che recentemente all’Abu Dhabi Financial Week ha definito il mondo cripto una “bomba ad orologeria”, un “ecosistema completamente corrotto” mostrandosi piuttosto contrariato dal fatto che in quello stesso evento fosse stato invitato anche il cinese Changpeng Zhao, ceo di Binance, al momento la piattaforma di crypto più grande del mondo: “La lezione delle ultime settimane è che queste persone dovrebbero essere fuori di qui” ha affermato senza mezzi termini il noto economista. In conclusione possiamo dire che molta strada bisognerà fare prima che ci si possa avvicinare senza paura e timore a questo mondo e prima che la potenza della tecnologia e degli algoritmi che sono dietro alle criptovalute possano migliorare il nostro futuro, ma fino ad allora sarà bene ricordarsi delle parole di Warren Buffet alla recente assemblea degli azionisti di Berkshire Hathaway: “non comprerei tutte le Bitcoin esistenti al mondo neanche per $25”; uno che di investimenti se ne intende!

Tags: #crackFTX
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