Bruxelles invasa dai trattori, filo spinato per proteggere palazzi UE
Da giorni gli agricoltori dei diversi Paesi UE si sono mobilitati contro la Politica Agricola Comune e il Green Deal. Nonostante il rincaro dei prezzi, infatti, questi hanno visto inalterati i propri introiti, mentre il costo del gasolio schizzava alle stelle mettendo in ginocchio il settore. Nel mirino degli agricoltori la concorrenza sleale dai Paesi extra UE, il caro carburanti e, come se non bastasse, le ideologiche politiche europee che in nome di un’errata interpretazione dell’ambientalismo impattano sulla vita di produttori e consumatori. Negli ultimi dieci anni in Europa ha chiuso i battenti il 24% delle imprese agricole. Dato che la dice lunga sulle difficoltà che attanagliano il comparto. La rivolta sta assumendo proporzioni imponenti. Oggi 1.000 trattori hanno letteralmente invaso Bruxelles, paralizzando la città.
Il momento non è casuale visto che i leader UE si sono incontrati nella capitale belga per il Consiglio Europeo. I manifestanti hanno occupato Place de Luxembourg, con il Parlamento Europeo protetto nientemeno che dal filo spinato. Roghi e barricate stanno caratterizzando la manifestazione, oltre al lancio di bottiglie e uova contro il PE. Agenti in tenuta antisommossa sorvegliano il perimetro dell’edificio, mentre è stata abbattuta una statua del complesso monumentale dedicato all’industriale belga John Cockerill. Si tratta di uno dei quattro operai rappresentato attorno al monumento e risale al 1872.
La posizione del governo italiano
In attesa di vedere gli sviluppi futuri, va evidenziato come il blitz odierno sia soltanto l’ultima tappa di una protesta in corso in molteplici Stati. Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Romania i teatri più caldi. Da giorni nel Belpaese gli agricoltori hanno dato il via a sit in e blocchi delle autostrade. Ieri, nel corso di uno di questi presidi, a Verona è arrivato per un confronto il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Di fatto l’esponente di FdI si è schierato con i fautori della protesta, affermando di voler difendere in sede europea le loro ragioni, come già avvenuto in passato.
In Europa, ha dichiarato Lollobrigida, “dobbiamo convincere, come stiamo facendo anche con le altre nazioni, che diminuire la produzione interna per approvvigionarsi da Paesi terzi che non rispettano le nostre regole non aiuta l’ambiente e la nostra economia. Vanno ripensate alcune politiche, anche ammettendo eventuali errori di valutazione. Questo è quanto fatto dall’Italia in Europa da mesi. Stiamo ottenendo anche qualche risultato positivo, risvegliando un’attenzione per la produzione che non è in contrasto con la sostenibilità ambientale. L’agricoltore, infatti, è il primo ambientalista perché trae il suo reddito ed è proprietario di quella terra che lavora”.
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