La lotta per rilanciare la natalità entra nel vivo
Non sono passate neanche 24 ore dall’appello del presidente del Consiglio al Salone del Mobile di Milano. Ieri, infatti, Giorgia Meloni aveva definito i temi della natalità e dell’occupazione femminile quali priorità del governo. La proposta allo studio del MEF, secondo quanto riporta Il Foglio, rappresenterebbe un incentivo senza precedenti al rilancio demografico del nostro Paese. Giancarlo Giorgetti vorrebbe nientemeno che azzerare le tasse per i neogenitori. L’esenzione non si limiterebbe ai primi anni di vita della prole ma arriverebbe fino al compimento degli studi (anche di quelli universitari).
La misura, come specificato, è ancora in fase di elaborazione. Potrebbe infatti concretizzarsi in detrazioni fiscali da 10.000 euro per ogni figlio a carico (attualmente sono appena di 950 euro e si fermano quando la prole raggiunge i 21 anni di età) oppure riguardare le tasse sul patrimonio e/o il costo del lavoro. Impressiona però l’entità del sostegno, destinato a tutte le fasce di reddito, senza distinzioni. Esso peraltro non archivierebbe l’assegno unico già percepito dalle famiglie italiane ma lo affiancherebbe.
I numeri del crollo demografico italiano
“A mali estremi, estremi rimedi” dunque. L’inverno demografico ha raggiunto proporzioni allarmanti e non possiamo attendere inermi il punto di non ritorno. Nelle scorse settimane l’Istat aveva pubblicato i dati del 2022, sconfortanti come da tradizione. I nati nel Belpaese erano stati solamente 392.598. In termini percentuali si è trattato di un -1,9% rispetto all’anno precedente, che continua il trend negativo in atto da decenni. Una tendenza di lungo periodo che getta una pesante ipoteca sul nostro futuro. Basti pensare che nel lontano 1970 le nascite in Italia superavano le 900.000 unità. Al 2015 risale invece la caduta sotto la soglia psicologica del mezzo milione.
Numeri che evidenziano una progressiva marginalizzazione del nostro Paese. Un semplice confronto con l’area euromediterranea rende subito evidente le proporzioni del fenomeno. Alla metà del Novecento, ad esempio, gli italiani superavano del 10% i francesi e sopravanzavano numericamente tutti i nordafricani messi insieme. La situazione odierna è capovolta: secondo alcune previsioni nel 2050 gli italiani saranno solamente due terzi rispetto ai francesi, mentre il Nord Africa avrà una popolazione cinque volte più grande di quella del Belpaese.
Crisi della natalità: non è più tempo di palliativi
Occorre instaurare un equilibrio virtuoso che consenta ai giovani di crearsi una famiglia senza che ciò rappresenti un azzardo per pochi coraggiosi (o privilegiati). Per questo le misure allo studio di via XX settembre (le quali, come già evidenziato, sarebbero destinate a tutte le fasce di reddito) rappresentano finalmente una prima seria risposta al problema.
Anni di governi tecnici e di larghe intese hanno spesso sacrificato i grandi temi sull’altare delle mere esigenze contabili. Non è possibile però continuare sulla strada dell’austerità e di una crescita dello “zero virgola”, come denunciato ieri dal presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. L’estinzione, banalmente, non è un’ipotesi contemplabile. Occorrerà tempo per vedere con precisione quali misure verranno introdotte, al di là delle dichiarazioni di principio. Sembra però finalmente che si sia di fronte a un intervento strutturato, diverso dai palliativi estemporanei degli anni passati. L’auspicio è che Italia e futuro non rappresentino più degli ossimori.
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