Italia, 608mila Airbnb. Guida la Toscana
Sta facendo discutere uno studio pubblicato in anteprima dall’ANSA e realizzato da JFC, società italiana di consulenza territoriale e turistica, circa la proliferazione degli Airbnb nella penisola. Sono infatti 608mila le strutture recettive sparse per il Belpaese registrate sul noto portale. A guidare la classifica Toscana (12,9%), Sicilia (11,4%) e Lombardia (11,1%). Insieme queste tre regioni rappresentano dunque oltre un terzo del dato italiano. Più in basso si collocano invece Puglia (8,9%), Sardegna (8,4%), Lazio (8,3%), Campania (6,8%) e Veneto (5,7%).
Se è positivo assistere all’exploit del turismo dopo gli anni bui della pandemia, non mancano però i lati negativi. “Diventa […] sempre più difficile gestire – ha commentato l’ad di JFC, Massimo Ferruzzi – soprattutto per le località con maggiore appeal internazionale, la relazione tra i residenti ed i turisti (o, per meglio dire, l’esplosione di licenze per affitti turistici da inserire nelle piattaforme online)”.
Il rischio degli affitti a lungo termine
Ripercussioni negative si registrano ovviamente anche nel settore delle locazioni, con la crescente difficoltà a reperire un alloggio a lungo termine. Così i Comuni “assistono impotenti a una progressiva riduzione degli stock degli alloggi disponibili per i cittadini, e al parallelo aumento degli affitti e del costo delle case, con il conseguente displacement dei residenti dai centri storici”.
D’altronde è difficile dare torto ai proprietari d’immobili. Molto spesso, infatti, affittarne uno a lungo termine comporta diversi rischi. I locatori si trovano frequentemente di fronte all’impossibilità di buttare fuori inquilini morosi, vedendosi precluso l’uso dell’immobile e accumulando debiti. Comprensibile dunque che preferiscano vie più sicure e remunerative. Elemento, questo, che dovrebbe far riflettere circa la necessità di garantire i diritti di tutti, sia di coloro che cercano una casa in affitto, sia di chi dispone di una proprietà. Solo così si potrà calmierare il caro affitti e prevenire la “gentrificazione” delle città, in particolare di quelle dalla forte attrattività internazionale.