In un contesto economico globale segnato da incertezza e tendenze protezionistiche, l’accordo commerciale CUSMA (Canada–United States–Mexico Agreement), entrato in vigore nel 2020 come successore del NAFTA, si conferma un pilastro fondamentale della stabilità commerciale nordamericana. Secondo una recente analisi degli economisti della Royal Bank of Canada (RBC), Nathan Janzen e Claire Fan, il CUSMA ha agito come una vera e propria “rete di sicurezza” capace di attenuare gli effetti delle politiche tariffarie aggressive provenienti dagli Stati Uniti negli ultimi anni.
L’integrazione delle catene di approvvigionamento tra i tre Paesi membri è ormai talmente profonda da rendere controproducente qualsiasi tentativo di reintroduzione di dazi significativi. Janzen e Fan sottolineano infatti che l’imposizione di tariffe sui beni canadesi colpirebbe direttamente i produttori statunitensi stessi, in quanto una parte sostanziale del valore dei prodotti manifatturieri importati dagli USA dal Canada (quasi il 20%) deriva da componenti e materiali che erano stati in precedenza esportati dagli stessi Stati Uniti.
Eliminare o indebolire il CUSMA significherebbe per Washington auto-infliggersi un danno economico. Le misure tariffarie, anziché proteggere l’industria interna, finirebbero per aumentare i costi lungo l’intera catena produttiva nordamericana, penalizzando in particolare il settore manifatturiero, che dipende fortemente dalla cooperazione trilaterale. La Royal Bank of Canada avverte che, senza le esenzioni garantite dal CUSMA, l’aliquota tariffaria media effettiva per gli importatori statunitensi potrebbe superare il 20%, raggiungendo livelli paragonabili a quelli dell’epoca prebellica degli anni ’30.
Oltre a tutelare il flusso delle merci e dei capitali, il CUSMA si dimostra quindi uno strumento cruciale per la competitività delle economie nordamericane, specialmente in una fase in cui l’industria globale è sotto pressione. La prospettiva di un suo rinnovo nel 2026 sembra sempre più probabile, anche alla luce delle evidenze economiche che dimostrano come la sua presenza, spesso sottovalutata, abbia limitato in modo significativo gli effetti delle tensioni commerciali più recenti.
Gli economisti Nathan Janzen e Claire Fan della Royal Bank of Canada hanno sviluppato un’analisi molto chiara: l’interdipendenza commerciale tra Canada, Stati Uniti e Messico non è un ostacolo, ma una risorsa strategica. E il CUSMA ne è il garante.
