Caro mutui: settore immobiliare sempre più in crisi
Il conto da pagare per gli italiani dopo la pandemia e il conflitto in Europa orientale è salatissimo. Inflazione e caro mutui turbano i sonni dei nostri connazionali. Chi ha richiesto negli anni passati un mutuo a tasso variabile è oggi in grande difficoltà, visti i tassi schizzati alle stelle. Chi invece non ha già pronta la liquidità per acquistare un immobile preferisce rinunciarvi piuttosto che incappare in interessi da usura. Non a caso, sono 700.000 le famiglie italiane che hanno saltato almeno una rata. Si tratta in pratica di una famiglia su cinque di quelle che sono alle prese con un mutuo. Oggi, dunque, si tende a procrastinare un passo così importante, a meno che non si possa accedere al tasso fisso, seppur maggiorato visto il contesto macroeconomico.
Crif-MutuiSupermarket.it snocciola i dati della crisi. Nel secondo trimestre di quest’anno, le erogazioni di nuovi mutui sono scese del 33,3%. Se invece si valuta un periodo più esteso, quello del primo semestre, la riduzione è del 29,9%. Una riduzione che dunque assomma a quasi un terzo del totale. In un simile contesto il mercato immobiliare non poteva certo restare immune. Le compravendite sono diminuite nel secondo trimestre 2023 del 16%. Nei giorni scorsi avevamo commentato un dato molto simile da parte del Consiglio Nazionale dei Notai, che per il 2023% prevede una riduzione delle compravendite del 10%. La richiesta dei mutui era invece diminuita del 23,56% rispetto all’anno precedente.
Di fronte a dati così critici il sostegno alla domanda e ai redditi deve rimanere una priorità della politica. È vero che in Italia oltre il 70% dei cittadini possiede almeno la prima abitazione. Ma l’impossibilità per molti di compiere questo passo ritarda colpevolmente scelte di vita che beneficiano alla fine tutta la collettività. L’indipendenza per i giovani e un tetto sopra la testa rappresentano prerequisiti fondamentali per formare un nuovo nucleo familiare. In un Paese come il nostro, alle prese con un pesante inverno demografico, quelli della casa e della stabilità lavorativa devono diventare punti al centro di ogni agenda di governo. Il rischio, altrimenti, è quello di continuare con interventi estemporanei e limitati. Un rischio che mette a repentaglio il futuro di tutti.