L’ex presidente della BCE: “UE o agisce insieme o non sopravviverà”
Tra le personalità più influenti degli ultimi decenni di storia italiana, Mario Draghi ha partecipato ieri a un evento organizzato dal Financial Times. “The Global Boardroom: Strategies for Growth and Disruption”, questo il titolo dell’incontro, ha visto l’ex premier italiano dialogare con il giornalista britannico Martin Wolf. Molteplici gli spunti sul contesto internazionale e il declinante ruolo dell’UE.
“O l’Europa agisce insieme e diventa un’unione più profonda – ha dichiarato Draghi – un’unione capace di esprimere una politica estera e una politica di difesa, oltre a tutte le politiche economiche… oppure temo che l’Unione europea non sopravviverà se non come mercato unico […] La guerra in Ucraina è stata preceduta da una lunga serie di arretramenti rispetto ai nostri valori fondamentali: l’ammissione della Russia al G8 nonostante il mancato riconoscimento dell’indipendenza e della sovranità ucraine, la promessa mancata di un intervento in Siria nel caso in cui Assad avesse usato il gas come arma, la Crimea, il ritiro dall’Afghanistan”.
I rischi per l’economia
Secondo l’ex presidente del consiglio, il cedere sui valori fondamentali propugnati da Bruxelles ne ha minato il ruolo storico. Il rischio, dunque, è quello di dare per scontato uno stile di vita che scontato non è. La visione geopolitica dell’UE sarebbe ormai superata dalla storia. “Il modello geopolitico sul quale l’Europa si è retta dalla fine della seconda guerra mondiale – sostegno dagli Stati Uniti per la difesa, esportazioni dirette principalmente in Cina, approvvigionamenti di energia a poco prezzo dalla Russia – non esiste più”. La soluzione per Mario Draghi è quella di un rilancio della politica estera comune, in grado di ridare un ruolo globale al continente.
Preoccupa inoltre la probabile recessione, che lo stesso Draghi dà pressoché per certa: “è quasi sicuro che avremo una recessione entro la fine dell’anno” ed “è abbastanza chiaro che i primi due trimestri del prossimo anno lo dimostreranno”. La crescita europea post Covid, tuttavia, permette di escludere catastrofismi. “Il punto di partenza di questa recessione – continua infatti Draghi – è piuttosto elevato: non abbiamo mai avuto una disoccupazione così bassa […] quindi potremmo avere una recessione, ma forse non sarà destabilizzante”.