Corruzione in Italia: bene ma non benissimo
Quello della corruzione è uno dei parametri più importanti per valutare la sostenibilità, anche istituzionale, di un Paese. Come è noto, non solo quella reale ma anche quella percepita impatta sulle performance economiche di uno Stato, aumentandone o diminuendone la competitività.
Per questo ogni anno Transparency International pubblica il Corruption Perceptions Index, prendendo in esame 180 Stati, ognuno dei quali ottiene un punteggio da 0 a 100. Nel primo caso significa che il Paese in questione è totalmente pervaso dalla corruzione, nel secondo, al contrario, che ne risulta immune. Si tratta ovviamente di due scenari ipotetici, perché, come vedremo, nessuno al mondo ha totalizzato punteggi simili. L’ente realizzatore è un organizzazione non governativa con sede a Berlino: nel maggio del 2023 ha festeggiato 30 anni di esistenza.
Ma scendiamo nel dettaglio. Quali sono le nazioni dove la corruzione è poco diffusa? Al primo posto svetta la Danimarca (90), seguita sul podio da Finlandia (87) e Nuova Zelanda (85). Giusto per curiosità riportiamo le altre che compongono la top ten: Norvegia (84), Singapore (83), Svezia e Svizzera (82), Paesi Bassi (79), Germania e Lussemburgo (78). I peggiori? Somalia (11), Venezuela, Siria e Sud Sudan (13). Oltre a loro segnaliamo in fondo alla classifica Yemen (16), Corea del Nord, Nicaragua, Haiti e Guinea Equatoriale (17), Turkmenistan e Libia (18).
E l’Italia? Bene ma non benissimo. Il Belpaese infatti rimane stabile al 42esimo posto, collezionando 56 punti. Se consideriamo l’ambito europeo, la penisola si colloca al 17esimo posto su 27.
“Oltre due terzi dei paesi – si legge sul sito di Transparency International – ottengono un punteggio inferiore a 50 su 100, il che indica fortemente che hanno seri problemi di corruzione. La media globale è ferma a soli 43, mentre la stragrande maggioranza dei paesi non ha fatto progressi o ha registrato un declino nell’ultimo decennio. Inoltre, 23 paesi sono scesi ai livelli più bassi registrati quest’anno”.
“La tendenza globale all’indebolimento dei sistemi giudiziari sta riducendo la responsabilità dei funzionari pubblici – prosegue il commento – il che consente alla corruzione di prosperare. Sia i leader autoritari che quelli democratici stanno minando la giustizia. Ciò sta aumentando l’impunità per la corruzione e addirittura la incoraggia eliminando le conseguenze per i criminali […] Dove la corruzione è la norma, le persone vulnerabili hanno un accesso limitato alla giustizia mentre i ricchi e i potenti si impadroniscono di interi sistemi giudiziari, a scapito del bene comune”.