Il software di Tesla non ha provocato l’incidente
Dopo circa tre anni di prove e controprove portate in tribunale a Riverside, California, arriva il verdetto della giuria che scagiona Tesla ed il suo software “Autopilot” da ogni responsabilità riguardante un incidente mortale avvenuto negli Stati Uniti, nel 2019. Nella sentenza si legge: “Non fu il malfunzionamento del software a provocare l’incidente mortale.”
La storia
Al tempo, il conducente di una Model 3, Micah Lee, perse la vita in un terribile sinistro stradale, schiantandosi ad oltre 105 km/h contro una palma, nella zona est di Los Angeles. A bordo della Tesla c’erano anche due passeggeri, la signora Lindsay Molander ed il figlio di 8 anni, Parker Austin, che riportarono diverse ferite.
Furono proprio questi ultimi ad intentare una causa contro la società guidata da Elon Musk: secondo i querelanti, infatti, il sinistro venne provocato da un malfunzionamento del sistema “Autopilot”. Inoltre, l’azienda venne accusata di aver messo in commercio la vettura nonostante fosse a conoscenza delle imperfezioni del software in questione. Le persone coinvolte chiesero dunque un risarcimento di circa 400 milioni di dollari.
La difesa dell’azienda automobilistica
Naturalmente, i vertici di Tesla hanno sempre respinto le accuse mosse dai querelanti e dai loro avvocati, sostenendo che a causare l’incidente fu un errore umano, commesso dallo stesso Lee, probabilmente ubriaco al volante. Musk ed i suoi fedelissimi, inoltre, spiegarono in tribunale come non fosse possibile stabilire con certezza se, al momento dello schianto, il conducente della Model 3 stesse utilizzando l'”Autopilot”.
Senza prove concrete, dunque, nove membri della giuria di Riverside si sono espressi a favore del patron di X e della sua azienda, dichiarando successivamente ai media che lo schianto del 2019 era stato provocato da una disattenzione di Lee, risultata fatale.
La vittoria di Tesla ad aprile
Questa è la seconda grande “vittoria”, negli ultimi mesi, in un’aula di tribunale per Tesla. Ad aprile, infatti, il conducente di una Model S decise di fare causa alla società, dopo essersi schiantato contro un marciapiede. L’automobilista, attribuì le cause del sinistro ad un malfunzionamento del software Full Self-Driving di cui era dotata la vettura. Anche in quel caso, la giuria si pronunciò a favore di Musk e soci. Secondo quest’ultima, infatti, l’azienda automobilistica aveva illustrato in maniera adeguata ai propri clienti le caratteristiche dei suoi sistemi autonomi di Livello 2, nonostante l’utilizzo di denominazioni alquanto fuorvianti come Autopilot e FSD.
La sentenza in Cina
Lo scorso anno l’azienda guidata dal patron di X veniva citata in giudizio in Cina.
A portare in tribunale Tesla, un influencer del posto, sfortunato protagonista di un terribile sinistro a bordo della propria Model Y. L’incidente aveva provocato la morte di ben due persone.
Il conducente della Tesla denunciò i vertici dell’azienda, in quanto, secondo il suo parere, lo schianto era stato causato da alcuni problemi interni ai software della vettura. Tesla si é sempre difesa e a sua volta ha presentato una controdenuncia per diffamazione. Il processo si è concluso a favore dell’azienda automobilistica e l’influencer è stato condannato a pagare 30.000 yuan, circa 4.100 dollari, per danni alla reputazione.