Un italiano tra i dispersi: cosa sappiamo di Angelo Zen
C’è purtroppo anche un italiano tra i dispersi. Angelo Zen, imprenditore originario di Saronno e residente in Veneto, non dà più sue notizie da domenica notte. Si trovava a Kahramanmaraş, nell’epicentro del terremoto. Soggiornava al Sahra Hotel, distrutto dal sisma. L’unità di crisi della Farnesina si è subito attivata, collaborando con la Protezione civile turca per ottenere informazioni sul nostro connazionale.
Angelo Zen è titolare di una ditta che si occupa di manutenzione di macchine industriali per l’oreficeria. Si suppone che il soggiorno di Zen fosse motivato proprio dall’intento di ampliare i suoi affari nella regione. Appena le notizie del terremoto sono giunte in Italia i figli hanno provato a mettersi in contatto con il padre, senza successo. Al momento, come ha ricordato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, i collegamenti telefonici e la stessa internet sono fuori uso. Certo è che il passare del tempo diminuisce la speranza dei familiari, che si sono chiusi in un dignitoso silenzio.
Morta una studentessa de La Sapienza
Nella catastrofe collettiva che ha colpito Turchia e Siria s’inseriscono i drammi personali di chi ha perso la vita per la furia degli elementi. Alcune storie ci colpiscono particolarmente perché sfiorano il nostro vissuto, le città e i luoghi che ci sono familiari. Come nel caso di Nesrin Kara, studentessa turca che frequentava a Roma il corso di “Cognitive Neuroscience”, nella facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza, morta durante il terremoto del 6 febbraio. L’Ateneo ha espresso il dolore di tutta la comunità accademica. Kara era originaria della provincia dell’Hatay, il cui capoluogo è Antiochia, al confine con la Siria. Difficile trovare un senso al dolore quando la vita di una ragazza viene strappata da uno dei più grandi disastri naturali degli ultimi secoli.
Terremoto in Turchia e Siria, il bilancio (provvisorio) della tragedia
Vite spezzate, danni materiali incalcolabili e distruzione del patrimonio culturale: le parole non bastano a misurare l’entità della tragedia. Fino ad ora il bilancio provvisorio dei morti sfiora le 10.000 vittime. Si calcola che solo per la ricostruzione delle abitazioni occorrano 100 miliardi. Mentre si scava tra le macerie il pensiero non va ancora al dopo ma è chiaro che si tratterà di una sfida epocale. Il sisma ha rappresentato un colpo pesantissimo anche per il patrimonio culturale e archeologico. L’UNESCO ha inviato i propri tecnici per valutare l’entità precisa dei danni.
Quanto avvenuto, ovviamente, non potrà mai passare del tutto per coloro che hanno subìto lutti e devastazioni. Gli altri Paesi possono però fare la loro parte per alleviare le sofferenze del popolo turco e di quello siriano, aiutandoli nel sostegno agli sfollati e nella ricostruzione. Non sarà facile ma è l’empatia con il dolore altrui che ci rende esseri umani.