Un team di scienziati indaga sul fenomeno degli “squali drogati”
Nelle acque della Florida si aggirano squali drogati di cocaina? Sembra la sceneggiatura di un film hollywoodiano, ma a volte la realtà supera la fantasia. Nel mare del “Sunshine State”, infatti, gli squali si ritrovano a nuotare nel bel mezzo di una delle principali tratte del traffico di droga. E potrebbero essere diventati degli incolpevoli “assuntori”.
La notizia è allarmante, gli squali potrebbero essere esposti alla cocaina a causa del traffico di droga tra il sud America e gli Stati Uniti, le acque al largo della Florida sono il crocevia dei narcotrafficanti. Il biologo marino Tom Hird e la scienziata Tracy Fanara stanno indagando sul fenomeno nelle Florida Keys, dove spesso i pacchetti di cocaina vengono, per ragioni diverse, gettati in mare da aerei di narcotrafficanti senza scrupoli.
“Cocaine Sharks”, le indagini del biologo Tom Hird
Tom Hird, biologo marino e divulgatore scientifico, ha parlato dell’argomento nello speciale televisivo Cocaine Sharks, andato in onda durante Shark Week di Discovery Channel. Per investigare sul fenomeno, Hird ha fatto squadra con Tracy Fanara, studiosa di scienze ambientali dell’Università della Florida, che ormai da anni studia l’effetto delle sostanze inquinanti sugli squali e sugli altri esseri viventi che popolano il mare. “Vivo qui da 20 anni, ho sentito tante storie su pacchi di cocaina che arrivano in spiaggia – dice la scienziata – per questo motivo penso sia giusto indagare sulla possibilità che gli squali consumino tali droghe”.
Il traffico di droga nelle Florida Keys
I due studiosi, come riporta The Guardian, si sono concentrati sulle acque intorno alle Florida Keys, isole a sud della penisola della Florida. Proprio in questa area, infatti, i trafficanti di droga hanno l’abitudine di lanciare il loro carico da aerei superleggeri, la droga viene poi recuperata da complici a bordo di piccole imbarcazioni. A causa delle correnti, però, non sempre i pacchetti rimangono dove vengono gettati e iniziano cosi a “vagare” nelle profonde acque dell’oceano. Il fenomeno è ben noto alle autorità locali: a luglio, secondo la NBC South Florida, un turista ha trovato un pacco galleggiante contenente cocaina per un peso di circa 2,7 chili mentre era in barca proprio nei pressi delle Florida Keys. A maggio, ancora, un grosso pacco di droga del peso di circa 18 chili galleggiava in acqua nei pressi Islamorada. Segnalazioni simili sono molto frequenti.
I comportamenti bizzarri degli squali
Hird e la dottoressa Fanara hanno compiuto diverse immersioni nelle acque delle Keys per osservare il comportamento dei cosiddetti “cocaine sharks”. Durante una di queste perlustrazioni, uno squalo martello gigante, razza solitamente schiva, non solo si è avvicinato ai due ma ha anche eseguito movimenti strani e scomposti. I due scienziati hanno incontrato anche uno squalo toro e osservato come nuotasse ripetitivamente in piccoli cerchi, muovendosi ossessivamente su sé stesso.
Per avere una prova che questi bizzarri comportamenti siano legati al consumo di cocaina, gli scienziati hanno anche gettato in acqua falsi pacchi di cocaina e falsi cigni; i predatori hanno ignorato completamente i falsi cigni, anche se simili alle loro prede naturali, avventandosi invece sui pacchi di finta cocaina. Hird e la sua collega hanno anche gettato finti involucri di cocaina da un aereo, simulando quanto succede con i trafficanti di droga; immediatamente, molti squali curiosi sono corsi in direzione degli oggetti.
L’impatto dell’inquinamento sulla vita marina
La dottoressa Fanara sottolinea tuttavia che per avere la certezza che gli squali delle Florida Keys siano drogati di cocaina bisognerebbe catturare alcuni esemplari per analizzarne il sangue, cosa attualmente non possibile. I due scienziati sperano però che uno studio del genere possa sensibilizzare l’opinione pubblica sull’effetto che l’inquinamento, non solo quello messo in atto dai trafficanti di droga, ha sulla vita marina. “Cocaine sharks” compresi.