‘O sole mio nel buio di Gaza
Sarebbe bello se una canzone potesse sanare le ferite, fisiche e spirituali, di un conflitto, archiviare gli odi e cambiare la storia. Forse è chiedere troppo anche a un pezzo meraviglioso come ‘O Sole mio. Eppure nel buio di Gaza il soldato israeliano che canta la celebre canzone di Giovanni Capurro (e musicata da Eduardo Di Capua) stride con il dramma consumato in questi mesi.
Il video che stiamo commentando mostra infatti un militare intonare uno dei pezzi più rinomati della musica italiana. La platea è composta da altri soldati israeliani di stanza a Gaza, epicentro della drammatica ritorsione di Gerusalemme. L’esibizione improvvisata si è svolta il 31 dicembre ed è diventata subito virale sui social network. Il filmato è stato ripreso da Agenzia Nova ed è visionabile al seguente link.
La musica quale balsamo delle sofferenze umane dunque. Nelle scorse settimane un’altra notizia aveva legato la musica italiana al dramma israelo-palestinese. Una signora 85enne, infatti, era stata presa in ostaggio nel corso del raid di Hamas del 7 ottobre. Da quel momento, si era fatta coraggio cantando le canzoni di Andrea Bocelli. Yaffa Adar, questo il nome della donna prigioniera per 49 giorni, peraltro sopravvissuta anche all’Olocausto. Ella ha raccontato al programma Udva, su Channel 12, la sua vicenda. Per l’occasione, il tenore italiano le ha scritto una lettera molto dolce, letta in diretta dalla stessa Adar, profondamente commossa.
Piccoli barlumi nel buio di una guerra feroce, che non risparmia gli innocenti. Un’oscurità che, purtroppo, non può essere squarciata da una canzone. A far sperare, anche nelle tenebre, è però quell’evangelico granello di senape presente nel cuore di tutti gli uomini, a prescindere dal colore della loro divisa. Un seme che può germogliare e fiorire, se curato e coltivato con dedizione. Tra i lutti e le macerie dell’oggi, che certo non possono essere cancellati da un atto di buona volontà, la speranza è che possa farsi strada un futuro diverso. Un futuro in cui la “pietà non cede al rancore”, per utilizzare le parole di De André, un altro grande della musica italiana.