La famiglia Gambino continua a fare affari con la mafia siciliana
La connessione atlantica della mafia siciliana sembrava un ricordo di decenni passati. Roba da film, insomma, con la comunità italo-americana rappresentata in maniera macchiettistica e piena di stereotipi. Insieme a grandi uomini e storie di successo, è vero però che gli italiani hanno portato con sé anche una piovra i cui tentacoli sono tuttora difficili da estirpare. Questo è quanto conferma purtroppo la notizia di oggi. La famiglia Gambino, infatti, è ancora attiva nella Grande Mela e continua la storica relazione con i clan siciliani. Il celebre clan newyorkese era finito all’epoca nel mirino di Giovanni Falcone, nell’ambito dell’inchiesta Pizza Connection. I rapporti con la più grande isola del Mediterraneo non si sono però interrotti. Essi vedono il sodalizio italo-americano fare affari con i vecchi boss dei clan Borgetto, Partinico e Torretta, tutti del palermitano.
L’operazione coordinata dal figlio di Boris Giuliano
Un’operazione della Polizia italiana ha portato oggi a 7 arresti, tutti eseguiti nel palermitano. Contemporaneamente l’FBI ha arrestato 10 persone a New York. Agli imputati vengono contestati l’associazione mafiosa e altri reati connessi. Di seguito i nomi dei presunti mafiosi, alcuni dei quali portano cognomi da far tremare i polsi: Francesco Rappa, Giacomo Palazzolo, Giovan Battista Badalamenti, Salvatore Prestigiacomo, Isacco Urso, Salvatore Prestigiacomo e Maria Caruso. Basti pensare che su Francesco Rappa, oggi 81enne, negli anni Settanta aveva indagato Boris Giuliano, il vicequestore assassinato proprio dalla mafia nel 1979. Significativamente il figlio oggi è alla guida della direzione centrale anticrimine, che ha coordinato l’inchiesta con la procura diretta da Maurizio de Lucia. Si tratta della stessa che ha realizzato l’arresto storico di Matteo Messina Denaro. I nomi degli arrestati da parte dell’FBI non sono ancora stati resi pubblici.
L’asse Italia-Stati Uniti per spezzare l’asse transatlantico della mafia prosegue dunque con successo. Gli arresti “illustri” di quest’anno e le innumerevoli operazioni internazionali rappresentano senz’altro segnali positivi. Obbligatorio, tuttavia, non abbassare mai la guardia, vista l’incredibile capacità della mafia di rigenerarsi nonostante i colpi inferti. Ciò, soprattutto, nei momenti in cui sembra più debole e sottotraccia.