Vino, la querelle sulle etichette
Venerdì 24 novembre, ad appena due settimane dalla data prevista per l’entrata in vigore delle nuove regole europee sull’etichettatura delle bottiglie di vino, la Commissione Europea ha pubblicato delle linee guida sulla legge che contengono un’interpretazione della normativa che contraddice quanto definito finora.
Il Regolamento UE 2021/2117, pubblicato il 6 dicembre 2021, stabiliva che dall’8 dicembre 2023 le etichette sulle bottiglie avrebbero dovuto obbligatoriamente contenere la lista degli ingredienti e la dichiarazione nutrizionale di vini e prodotti vitivinicoli aromatizzati. In base al testo di legge, ai produttori veniva data la possibilità di rendere disponibili al consumatore tutte queste informazioni per via elettronica attraverso la cosiddetta e-label, ovvero un codice QR presente sull’etichetta.
Le nuove linee guida UE
Ora, a distanza di pochi giorni dall’entrata in vigore della norma, la Commissione Europea ha diffuso sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione (serie C del 24/11/2023) le linee guida relative all’attuazione delle disposizioni sull’etichettatura dei vini previste dal regolamento del 2021 (comunicazione n. C/2023/1190). Al punto numero 38 del documento esplicativo si legge che le informazioni obbligatorie sugli alimenti devono essere “apposte in un punto evidente”, in modo da essere “facilmente visibili, chiaramente leggibili ed eventualmente indelebili”. Questo implica, continua il testo, che se l’etichetta non riporta un chiaro riferimento al contenuto delle informazioni fornite per via elettronica, “si potrebbe ritenere che si tratti di informazioni obbligatorie nascoste».
Pertanto, conclude Bruxelles, “la presentazione di un codice QR dovrebbe essere chiara ai consumatori per il suo contenuto, ossia le informazioni obbligatorie presentate per via elettronica”. L’esecutivo Ue precisa che quindi termini o simboli generici come la “i” di informazione, ai quali pure siamo abituati, non sono sufficienti a soddisfare gli obblighi previsti dalla legge, e che il codice QR deve per forza contenere nell’intestazione la parola “ingredienti”, come le etichette di altri alimenti.
La reazione delle aziende europee
Inizialmente, le aziende europee e italiane avevano accolto con favore il nuovo regolamento, grazie al quale i consumatori venivano informati in modo adeguato sul prodotto che sceglievano di consumare, e si erano impegnate ad implementarlo rapidamente. Va considerato poi che preparare le informazioni, modificare il design delle etichette, stamparle e applicarle alle bottiglie richiede tempistiche considerevoli, e per questo le aziende vinicole europee hanno cominciato oramai da mesi a prepararsi per rispettare la scadenza dell’8 dicembre.
Ne consegue che diverse centinaia di milioni di etichette siano già state stampate, e che gran parte delle bottiglie che le recano siano già esposte sugli scaffali dei rivenditori. Rispettando il regolamento 2021/2017, le aziende del settore avevano deciso di accompagnare i codici QR sulle proprie etichette alla “i” corsiva, simbolo registrato ISO 2760, normalmente nota per identificare un luogo che contiene delle informazioni. Nessuno aveva immaginato di dover esplicitare il termine “ingredienti” e a questo punto, adeguare i prodotti al regolamento è logisticamente impossibile. La UIV, Unione Italiana Vini, e il CEEV, Comitato europeo delle aziende vitivinicole, hanno entrambi espresso grande indignazione.
“Europa matrigna”con il vino
Una nota diffusa dal CEEV afferma che “la nuova interpretazione della Commissione mina drammaticamente il principio della certezza del diritto e delle legittime aspettative degli operatori economici e ignora la volontà politica espressa dai colegislatori all’adozione del regolamento. La pubblicazione delle linee guida a sole 2 settimane dall’entrata in vigore rende impossibile l’adeguamento degli operatori economici e ignora inoltre il principio di proporzionalità tra libera circolazione delle merci, competitività e informazione dei consumatori”.
La preoccupazione espressa deriva anche dal fatto che questo periodo, la vigilia del Natale, rappresenta per il settore del vino un momento cruciale dell’anno poiché queste poche settimane racchiudono normalmente buona parte del loro fatturato annuo. Similmente, UIV ribadisce l’urgenza di una modifica al regolamento, sottolineando che queste linee guida “mettono fuori gioco un’economia europea che vale 147 miliardi di dollari all’anno” in nome di un cavillo.
Il segretario generale dell’Unione, Paolo Castelletti, ha affermato: “C’è un’Europa che a volte si fa matrigna con le sue imprese e purtroppo ciò sta accadendo sempre più spesso con quelle del nostro settore. Le aziende vinicole sono da sempre sostenitrici della trasparenza nei confronti dei consumatori, come dimostra il fatto che, per primo, l’intero comparto abbia già adottato quanto previsto dal Regolamento Ue 2021/2117. Oggi un dietrofront, con la sorpresa di una nuova interpretazione al regolamento che rappresenta un buco nero sul futuro delle nostre imprese”.
Comments 1