WSJ: Elon Musk fa uso di droghe pesanti
“Elon Musk ha fatto uso di droghe illegali, preoccupando i vertici di Tesla e SpaceX”. Questo il titolo di un’inchiesta del Wall Street Journal pubblicata ieri. Il quotidiano newyorkese non ci va con i piedi di piombo e scoperchia un vaso di Pandora i cui strascichi probabilmente non saranno di lieve entità. Molteplici le sostanze stupefacenti che il miliardario sudafricano avrebbe assunto nel corso degli anni.
Cocaina, lsd, ecstasy e funghetti allucinogeni ingeriti nel corso di feste in giro per il mondo. Eventi in cui veniva richiesto ai partecipanti di spegnere i cellulari e di firmare accordi di riservatezza. L’obiettivo ovviamente era quello di impedire che immagini o video trapelassero all’esterno. Attenzionato, in particolare, il comportamento tenuto dal miliardario nel corso di un party svoltosi a Los Angeles nel 2018 e un altro in Messico l’anno successivo. Lo scoop del WSJ sarebbe ascrivibile a fonti interne all’impero di Musk, le quali sostengono che il numero uno di X, Tesla e SpaceX continui a fare uso di stupefacenti.
L’assunzione di droghe da parte di quest’ultimo sarebbe legato a disturbi di tipo depressivo. Controverso anche l’utilizzo che il tycoon farebbe della ketamina. Ufficialmente, infatti, Musk dispone di una regolare ricetta medica. Le rivelazioni del Wall Street Journal, però, potrebbero accendere i riflettori anche su quest’abitudine, visto che si tratta pur sempre di una sostanza psicotropa.
Come immaginabile, un’eventuale tossicodipendenza di Musk non è affare che riguardi solo la sua vita privata. Basti pensare che negli USA vige dal 1988 il Drug-Free Workplace Act. In sintesi, le aziende che sono fornitrici del governo federale devono garantire ambienti lavorativi liberi da qualsiasi droga. Una violazione comporterebbe, tra l’altro, la rescissione dei contratti. Una catastrofe se pensiamo al peso di colossi come SpaceX. Per questo l’articolo del WSJ potrebbe finire per costare molto caro a lui e alle sue aziende. Stupisce tuttavia che una simile fuga di notizie provenga da persone interessate a non danneggiare le società di provenienza. Ufficialmente, infatti, a spingere a parlare le gole profonde sarebbero stati i timori circa i possibili danni economici. Proprio quelli che lo scoop della testata newyorkese rischia d’innescare.