Insieme al Covid battono in ritirata anche le misure di contrasto epidemiologico adottate dai vari Governi europei. Un po’ come un effetto domino, mascherine, passaporti vaccinali e altre limitazioni cadono una dopo l’altra.
“Liberi tutti” in Inghilterra
Tra i Paesi più lanciati verso l’agognato ritorno alla normalità c’è l’Inghilterra del premier Boris Johnson. Già il mese scorso il leader conservatore, sfidando lo scetticismo di esperti e avversari politici, aveva iniziato a smantellare l’impianto di norme restrittive nei confronti dei cittadini inglesi. I fatti sembrano avergli dato ragione: in Inghilterra, così come nel resto del Regno Unito e d’Europa, la curva dei contagi ha iniziato a flettere in modo importante. E così Johnson ha continuano a percorrere la strada dell’eliminazione delle misure anti-Covid. Il 27 gennaio si è celebrata una sorta di “liberi tutti”: via le mascherine in ogni luogo chiuso (compresi i mezzi pubblici), fine del lavoro da casa, stop ai pass vaccinali per accedere a stadi e concerti (in realtà si potevano ottenere anche mediante un test antigenico fai-da-te). E non è finita: il processo di normalizzazione potrebbe avere un’accelerata il 21 febbraio quando, se la tendenza della curva proseguirà, verrà abolito l’obbligo di isolamento per i positivi non sintomatici.
Una nuova fase è iniziata nei giorni scorsi anche in alcuni Paesi nordici. Dapprima è stata la Danimarca, il 1° febbraio scorso, primo Paese dell’Unione europea a depennare tutte le restrizioni legate all’emergenza sanitaria. Il primo ministro danese, la socialdemocratica Mette Frederiksen, ha commentato su Facebook: «Raramente un martedì è stato bello come oggi». L’unica misura “reduce” è una mera raccomandazione di indossare la mascherina negli ospedali e nelle residenze per anziani. Inoltre le persone che arrivano in Danimarca dall’estero devono continuare a sottoporsi a un tampone, salvo che siano vaccinate e che arrivino da un Paese dell’area Schengen. L’esempio danese è stato poi seguito dalla Svezia: il 9 febbraio eliminati limiti orari per i locali, il pass vaccinale, nonché la raccomandazione della mascherina sui mezzi pubblici. Rimossa – in Svezia – anche la richiesta a chi viene dall’estero di presentare un certificato vaccinale o un tampone negativo. Tra poco anche nella confinante Finlandia cadranno le restrizioni: la scorsa settimana il Governo di Helsinki ha annunciato che il limite degli ingressi negli eventi culturali e sportivi verrà abolito dal 14 febbraio, mentre tutte le altre misure anti-Covid spariranno dal 1° marzo.
La Francia riapre
Concerti e discoteche riapriranno le porte il 16 febbraio in Francia. Eliminato su tutto il territorio nazionale dal 2 febbraio anche l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto: già un mese fa un tribunale amministrativo aveva sospeso l’obbligo di indossare il dispositivo all’aria aperta nella capitale Parigi. E intanto il Governo francese ha annunciato che ci sono «motivi per sperare» che tra fine marzo e inizio aprile si possa «revocare il pass vaccinale», l’equivalente transalpino del Super Green Pass adottato in Italia (ottenibile solo con vaccino o guarigione).
…e anche Austria e Germania
Persino in Austria, Paese che ha approvato l’obbligo vaccinale per tutti i cittadini con più di 18 anni, è iniziato un processo di allentamento delle misure anti-Covid. Dal 5 febbraio è slittato dalle ore 22 alle 24 il coprifuoco per i locali, mentre il 19 febbraio verrà meno l’obbligo di Super Green Pass (che in Austria si chiama 2G, con la lettera G che è l’iniziale in lingua tedesca di “vaccino” e “guarigione”) per il commercio, i bar e i ristoranti. In Germania il ministro della Giustizia, Marco Buschmann, in un’intervista al “Rheinische Post” ha anticipato che gran parte delle restrizioni potrebbero essere sollevate a marzo. L’allentamento delle misure, ha aggiunto, dipende dal «proseguimento della diminuzione dei casi a partire da metà febbraio», come ha previsto il Robert Koch Institute.
In Spagna torna la movida
Dal 10 febbraio in Spagna l’obbligo di mascherina è rimasto soltanto in spazi chiusi e in eventi con tante persone come partite di calcio allo stadio e concerti. Inoltre in Catalogna torna la movida: dall’11 febbraio possono riaprire i locali notturni. Inoltre mantengono il no al Green Pass alcune Regioni come l’Estremadura, Castilla y León, Madrid e Castilla-La Mancha.
Gli operatori del turismo tirano un sospiro di sollievo. Dopo due anni di restrizioni con chiusure e posti contingentati nei luoghi al chiuso, l’eliminazione di alcune restrizioni fa vedere la luce in fondo al tunnel.