Non più soltanto imprenditori, docenti e comuni cittadini, il fronte del dissenso nei confronti del Green Pass si allarga al Consiglio d’Europa. Nel rapporto approvato a fine gennaio a larga maggioranza, infatti, l’organizzazione con sede a Strasburgo, istituita nel 1949 con 47 Paesi firmatari tra cui l’Italia, ha messo sotto accusa la certificazione verde.
Come riporta Il Fatto Quotidiano, lo strumento nato come lasciapassare per vaccinati e guariti da Covid, secondo il Consiglio d’Europa sarebbe «discriminatorio» con funzione «punitiva».
Una sonora bocciatura che segue il monito di Amnesty International che a gennaio ha sollecitato l’Italia a “concentrare i propri interventi ai principi di legalità, legittimità, necessità, proporzionalità e non discriminazione.” (Il nostro articolo del 17 gennaio 2022 ,ndr)
Green Pass «contrario alla scienza»
Il Consiglio d’Europa esorta gli Stati a «informare i cittadini che nessuno deve farsi vaccinare se non lo vuole» e a «garantire che nessuno sarà discriminato se non è vaccinato». Leggendo queste raccomandazioni, la mente non può che correre al recente decreto approvato dal Governo italiano che prevede la Dad, in caso di cinque alunni positivi al Covid in una classe, soltanto per gli studenti non vaccinati. Ma il Consiglio d’Europa non si limita a farne un discorso di discriminazioni. Nel rapporto, infatti, il Green Pass viene considerato «contrario alla scienza», giacché mancano dati sull’efficacia dei vaccini nel ridurre la contagiosità e sulla durata dell’immunità acquisita.
Normativa comunitaria minata
Secondo il Consiglio d’Europa, dunque, il Green Pass sarebbe discriminatorio e anche anti-scientifico. Ma non solo. Il rapporto approvato a fine del mese scorso rileva degli aspetti giuridici su cui intervenire. Un avvocato, l’alto-atesina Renate Holzeisen, ha consegnato un rapporto nel quale si sottolinea che il Green Pass mina il mutuo riconoscimento delle certificazioni verdi tra gli Stati europei. La legale spiega che, stando alla normativa comunitaria, tale mutuo riconoscimento è subordinato ad evidenze scientifiche sull’interruzione delle catene di trasmissione. Tuttavia, come già scritto, i vaccini approvati dall’Ema (Pfizer, Moderna e, nei mesi scorsi, anche AstraZeneca e Johnson & Johnson) si sono rivelati efficaci nel prevenire forme gravi del Covid, è vero, ma non ad impedire la trasmissione del virus. Recentemente l’avvocato Renate Holzeisen ha consegnato una memoria al Governo italiano, indirizzata alla Commissione Affari Costituzionali del Senato e depositata dalla senatrice Bianca Laura Granato (Gruppo Misto), contro alcune delle misure restrittive adottate in Italia.
Green Pass fino all’estate 2023?
Il Consiglio d’Europa, va precisato, è un’istituzione scissa dall’Unione europea. È nata nel secondo dopoguerra con l’obiettivo di prevenire che le atrocità belliche si riproponessero nel Vecchio Continente. È opportuno distinguere le due istituzioni, perché in seno all’Unione europea, invece, non sembra covare l’idea di abolire il Green Pass: la Commissione europea, la settimana scorsa, ha proposto di estenderlo fino al 30 giugno 2023. «Il virus Covid-19 continua ad essere prevalente in Europa e non è possibile determinare l’impatto di un possibile aumento delle infezioni nella seconda metà del 2022 o dell’emergere di nuove varianti», scrive in un comunicato la Commissione Europea.