Sanremo, quasi 17 milioni d’italiani per Albano, Morandi e Ranieri
Calato il sipario sulla 73esima edizione del Festival della canzone italiana restano i dati di ascolto che suscitano una osservazione, dovuta. Nell’incontro/scontro generazionale vissuto sul palco dei fiori vincono l’amarcord, lo stile, il buonsenso e la bella musica, quella che si fa cantare. A luci spente riflettiamo su quello che sembra essere un fenomeno: il numero di spettatori, quasi 17 milioni, che nel corso della seconda serata del Festival di Sanremo sono restati attaccati allo schermo per assistere alla performance del trio Albano, Morandi e Ranieri. Secondo i dati si tratta dello share più alto di questa edizione. I tre monumenti viventi della musica italiana cantano alcuni dei pezzi più importanti del repertorio nazionale, il pubblico dell’Ariston gli riserva una standing ovation e l’Italia intera si commuove e canta con loro. Un segno del tempo che pone una domanda: l”italia ama l’amarcord o l’Italia è il Paese vecchio che cerca nel passato quella normalità persa che racconta nelle canzoni l’amore, la passione, la gioia, il dolore, la serenità e lo stile? A Sanremo l’Italia cerca sé stessa nei simboli nazionalpopolari per contrastare la cultura del vandalismo e la provocazione a ogni costo? Pare di si.
Il trash e la volgarità
L’edizione 2023 segna il passo al trash e per la prima volta i dati Auditel non promuovono i momenti più ‘imbarazzanti’ delle 5 serate. Reta, infatti, nella media degli ascolti il tempo dello show vandalico di Blanco che ha sfasciato il palco perche “non sentiva la musica in cuffia”. Un gesto emblematico che mette in scena la deriva culturale del nostro tempo, ma non fa ascolti. Secondo i soliti bene informati, in nome dello share sarebbe stata una messa in scena programmata, cosi come il volontariato di Gianni Morandi, armato di scopa a ripulire il palco dai fiori fatti a pezzi e dalle fiorire che avevano subito lo steso destino. Voci immediatamente smentite da chi afferma che non è neanche ipotizzabile che il trash e la violenza siano stati organizzate dalla RAI, la televisione nazionale pagata dai contribuenti. E sempre in ossequio agli ascolti sarebbe stato programmato anche il teatrino di Rosa Chemical che prima molesta sessualmente Fedez, simulando un atto sessuale, e poi lo trascina sul palco per un bacio appassionato sulla bocca. Anche questo non ha fatto ascolti perchè probabilmente il sesso fluido in super ascesa tra i giovanissimi e ostentato dall’eccentrico artista non ha bisogno di essere esibito. Tantomeno in televisione.
Contro la provocazione fine a sé stessa gli spettatori amano l’Italia genuina
I dati di ascolto, croce e delizia per gli organizzatori, questa volta non premiano la volgarità gratuita e l’aggressività. Il pubblico ha preferito il messaggio e l’atmosfera più sereni cantati dal trio ultrasettantenne. Contrariamente quindi a un’immagine preconfezionata, che vorrebbe gli italiani egocentrici, frivoli e viziati, molti sono invece quelli che rifiutano le etichette (quelle vere, non quelle dettate dal mainstream) e apprezzano ancora la bellezza, a cominciare da quella delle cose semplici.
Persino un fenomeno mondiale come quello dei Maneskin non è riuscito a catalizzare la stessa attenzione del trio delle meraviglie. Allora vuol dire che c’è qualcosa di più profondo e una riflessione va fatta. Sembra quasi una crisi d’identità, che colpisce sia le generazioni cresciute in un mondo sempre più virtuale, evanescente e fluido, sia gli adulti che vedono il mondo cambiare troppo rapidamente, quando non abbruttirsi. Evidentemente gli italiani quando guardano il festival della canzone popolare vogliono riconoscercisi per come sono. Le tendenze possono catalizzare momentaneamente l’attenzione ma spesso sono effimere e non rappresentative di un popolo, che ha ancora molto gusto, nonostante i tempi non propriamente esaltanti. E la bellezza, come dimostrato dal duetto Morandi-Sangiovanni (non privo d’ironia e sagacia), non ha età.
Quindi alla fine delle 5 serate la bella musica, le belle canzoni vincono e gli italiani votano all’unanimità Marco Mengoni che con la sua “Due vite” ha messo insieme sul divano di casa genitori e figli, nonni e nipoti ,. un testo bello chiaro che parla di futuro e speranza di mostri e fate….