Lo avevamo preannunciato a i nostri lettori a seguito degli ordini esecutivi firmato dal presidente Trump il 6 agosto scorso, finalizzati ad affrontare la “minaccia” rappresentata da TikTok e WeChat di proprietà dei gruppi cinesi Tencent e ByteDance. Le app -secondo Trump – acquisiscono vaste quantità di informazioni dagli utenti statunitensi, lasciando i dati vulnerabili all’accesso del Partito Comunista Cinese (PCC) per scopi nefasti.
In base a quell’ordine esecutivo Il Dipartimento del Commercio, sotto la direzione del presidente, doveva identificare le transazioni entro 45 giorni, per proteggere la sicurezza nazionale.
Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha dato seguito a quella disposizione e in una nota ufficiale ha reso noto di aver emesso un ordine che vieta a chi si trova sul territorio degli Usa – a partire da domenica 20 settembre – di scaricare le app cinesi. L’ordinanza – si legge nella nota – è per “salvaguardare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti” e per “ proteggere gli utenti negli Stati Uniti eliminando l’accesso a queste applicazioni e riducendo notevolmente la loro funzionalità”.
“Il Partito Comunista Cinese ha dimostrato come l’utilizzo di queste app minacci la sicurezza nazionale, la politica estera e l’economia”, si legge ancora nell’ordinanza. Sebbene “le minacce poste da WeChat e TikTok non siano identiche, sono simili” – spiega il segretario del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti Wilbur Ross – “ciascuna app raccoglie vaste aree di dati dagli utenti, inclusa l’attività di rete, i dati sulla posizione e le cronologie di navigazione e ricerca”. Dati che poi, secondo il presidente Trump, finirebbero in mano “ai servizi di intelligence del PCC”, creando “rischi inaccettabili per la nostra sicurezza nazionale”.
La reazione
“La Cina esorta gli Stati Uniti ad abbandonare il bullismo e a cessare le sue azioni illecite”, afferma il Ministero del Commercio cinese. “Se gli Stati Uniti insisteranno su questa strada, la Cina adotterà le misure necessarie a salvaguardare risolutamente i diritti e gli interessi legittimi delle società cinesi”.
Intanto il gruppo ByteDance avvia la su adifesa per ora sul piano giudiziario. TikTok ha infatti annunciato di aver fatto causa all’amministrazione Trump per bloccare il divieto sull’app. Secondo il gruppo ByteDance Trump ha prevaricato la sua autorità e lo ha fatto per motivi politici piuttosto che per fermare “una straordinaria minaccia” agli Stati Uniti. TikTok, nella documentazione depositata in tribunale e riportata dall’agenzia Bloomberg, mette inoltre in evidenza che l’azione di Trump “distruggerebbe una comunità online dove milioni di americani si uniscono per esprimersi” e che l’amministrazione ha “ignorato le prove” che mostrano l’impegno di TikTok alla privacy e alla sicurezza degli americani.
“L’abolizione di TikTok negli Stati Uniti sarebbe piuttosto negativa anche per Instagram, Facebook e la rete in senso più ampio”, ha commentato Adam Mosseri, responsabile di Instagram negli Usa.
Il messaggio di cauta solidarietà ha attirato l’attenzione di Vanessa Pappas, attuale General Manager ad interim di TikTok US. “Concordiamo sul fatto che questo tipo di divieto sarebbe dannoso per l’industria”, ha commentato la manager. “Invitiamo Facebook e Instagram a unirsi pubblicamente alla nostra sfida e supportare il nostro contenzioso. Questo è un momento per mettere da parte la nostra concorrenza e concentrarci su principi fondamentali come la libertà di espressione e il giusto processo legale.”