L’evacuazione di Rafah
Le Forze di Difesa di Israele (IDF) hanno emesso nuovi avvisi di evacuazione rivolti alla zona orientale di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, e all’area settentrionale della Palestina. Il portavoce delle IDF, Avichay Adraee, ha dichiarato che l’esercito ha invitato i residenti della parte est di Rafah a evacuare verso la “zona umanitaria” nella parte costiera meridionale di Al Mawasi. Inoltre, i residenti delle città settentrionali di Jabaliya e Beit Lahia sono stati invitati a trasferirsi nella parte occidentale di Gaza City, sempre nel nord della Striscia.
“Hamas sta cercando di ricostruire le sue capacità e quindi le Idf lavoreranno con grande impegno contro i terroristi della regione”, ha scritto Adraee. Il portavoce ha aggiunto che “chiunque si trovi in queste zone espone al pericolo se stesso e la propria famiglia”. Lunedì scorso, ricorda Nova, le forze israeliane hanno lanciato una “operazione circoscritta” a Rafah, dove risiedono centinaia di migliaia di sfollati palestinesi. Secondo i dati delle agenzie umanitarie internazionali, questa settimana sono fuggite dalla città meridionale della Striscia già più di centomila persone.
L’adesione della Palestina all’Onu
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato ieri una risoluzione per chiedere al Consiglio di sicurezza di considerare nuovamente una proposta per l’adesione della Palestina all’Onu. La risoluzione è passata con 143 voti favorevoli, nove contrari e 25 astenuti. Il testo invita il Consiglio di sicurezza a “riconsiderare favorevolmente” la richiesta. Aggiunge inoltre che lo Stato di Palestina è “ha tutte le qualifiche” per aderire alle Nazioni Unite. La proposta rischia di avere comunque vita breve al Consiglio di sicurezza: la delegazione statunitense ha già chiarito di essere intenzionata ad esercitare il diritto di veto, come già avvenuto lo scorso aprile.
La rappresentanza italiana si è astenuta dal voto, insieme ad Albania, Austria, Bulgaria, Canada, Croazia, Fiji, Finlandia, Georgia, Germania, Lettonia, Lituania, Malawi, Isole Marshall, Monaco, Paesi Bassi, Macedonia del Nord, Paraguay, Moldova, Romania, Svezia, Svizzera, Ucraina, Regno Unito e Vanuatu. L’ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente alle Nazioni Unite, ha ribadito che l’Italia “sostiene fermamente una soluzione a due Stati. Inoltre, condivide l’obiettivo di una pace duratura, che potrà essere raggiunta solo quando Israele e Palestina potranno vivere fianco a fianco in pace e in sicurezza”. L’ambasciatore ha sottolineato la necessità di “negoziati diretti tra le parti. Nutriamo dei dubbi in merito al fatto che approvare questa risoluzione possa contribuire a porre fine al conflitto in maniera duratura. Per questo abbiamo deciso di astenerci”.
Il gesto dell’ambasciatore israeliano
L’ambasciatore di Israele all’Onu, Gilad Erdan, è intervenuto davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Ha inserito una copia della Carta delle Nazioni Unite in un distruggi documenti, affermando: “State distruggendo la Carta delle Nazioni Unite con le vostre stesse mani. Sì, questo è quello che state facendo. Vergogna”. L’Assemblea voterà oggi una risoluzione volta a invitare il Consiglio di sicurezza a riconsiderare favorevolmente la richiesta della Palestina di diventare il 194esimo membro dell’Onu.
Secondo la Carta delle Nazioni Unite, i potenziali membri delle Nazioni Unite devono essere “amanti della pace”. Il Consiglio di sicurezza deve raccomandare la loro ammissione all’Assemblea generale per l’approvazione finale. La Palestina è diventata uno stato osservatore non membro delle Nazioni Unite nel 2012. Il 18 aprile scorso gli Stati Uniti hanno posto il veto a una risoluzione del Consiglio di sicurezza. Il testo avrebbe aperto la strada alla piena adesione della Palestina alle Nazioni Unite. A differenza del Consiglio di sicurezza, non ci sono veti nell’Assemblea generale composta da 193 membri e la risoluzione potrebbe essere approvata a larga maggioranza.