Ponte del 2 giugno: un italiano su quattro sarà in viaggio
Il ritorno alla normalità dopo gli anni della pandemia è sempre più evidente. In tal senso il turismo è un settore eloquente. Per il ponte del 2 giugno, infatti, Federalberghi ha stimato in 15 milioni il numero di italiani che partiranno per le vacanze. La stragrande maggioranza, ossia il 94%, resterà in Italia. Tra le mete più gettonate ovviamente le località di mare (scelte dal 41,8%), seguite dalle città d’arte (26,2%) e dai luoghi di montagna (12,7%).
Si tratta di un giro di affari dal valore di oltre 6,8 miliardi di euro. Le strutture ricettive e di ristorazione possono finalmente tirare un sospiro di sollievo dopo le restrizioni e le chiusure degli scorsi anni. Oltre il 40% soggiornerà in case di proprietà o di amici, mentre la percentuale d’italiani che ha prenotato un albergo per il ponte del 2 giugno tocca il 23,9%. Quasi pari i b&b, al 22,2%. A frenare le partenze, tuttavia, è l’inflazione, che ha convinto molti italiani a rimandare le vacanze, per non erodere il proprio potere di spesa.
L’Emilia Romagna pensa al futuro post alluvioni
In questo momento di serenità vacanziera un pensiero va ai territori colpiti dalle alluvioni. L’Emilia Romagna è infatti pronta a ripartire per non perdere la stagione turistica. Per questo, le istituzioni e le associazioni di categoria si sono subito mosse. A Rimini verrà presto organizzata, dietro l’impulso di Confcommercio, una conferenza nazionale sul turismo. Tra gli obiettivi quello di promuovere il territorio romagnolo ed emiliano, storicamente molto ambiti dai vacanzieri ma messi a dura prova dalle alluvioni dei giorni scorsi.
Occorre dunque realizzare un ritorno in grande stile di questo territorio, sia per i turisti nazionali che per quelli provenienti dall’estero. Particolare attenzione bisogna poi dimostrare verso il sostegno al reddito. Quasi la metà di quelli che non partiranno per il ponte del 2 giugno, infatti, adduce ragioni economiche alla base della propria scelta. Un segnale che deve spingere l’esecutivo a tutelare le fasce meno abbienti, viste le ricadute positive su tutto l’indotto.