Le parole di Giorgia Meloni sulle foibe
“Siamo qui a chiedere ancora perdono a nome delle istituzioni di questa Repubblica per il colpevole silenzio che per decenni ha avvolto le vicende del nostro confine orientale e per rendere omaggio a tutti gli istriani i giuliano-dalmati per rimanere italiani decisero di lasciare tutto, case, beni, terreni per restare con l’unica cosa che i comunisti titini non potevano togliere loro e cioè l’identità”. Con queste parole la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha depositato una corona d’alloro di fronte al Monumento nazionale di Basovizza, vicino a Trieste, in occasione del Giorno del Ricordo delle vittime delle Foibe.
La presidente del Consiglio ha partecipato alla celebrazione insieme al vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani e al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Nel suo discorso, ha ricordato le diverse occasioni in cui, sin dalla giovane età, si è recata al monumento di Basovizza per rendere omaggio ai martiri italiani che hanno trovato la morte nelle foibe nel Secondo Dopoguerra.
Il Giorno del Ricordo
Il Giorno del Ricordo è stato istituito vent’anni fa con una legge dello Stato per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
Quando si parla di foibe ci si riferisce a delle profonde cavità tipiche dell’ambiante carsico che caratterizza il territorio tra Italia, Slovenia e Croazia. Tali fosse sono state largamente utilizzate nel corso dei massacri che hanno seguito la Seconda Guerra Mondiale. All’epoca, i partigiani jugoslavi hanno fatto strage indistinta di persone legate presumibilmente o di fatto al fascismo, e ne hanno gettato i corpi (nell’ordine delle migliaia, anche se non esiste una cifra ufficiale delle vittime) all’interno di queste voragini nel terreno.
La responsabilità del Ricordo per Meloni
“Torno qui oggi con qualche ruga in più e una responsabilità sulle spalle che da ragazza non avrei mai immaginato, per assumermi l’impegno solenne di fare la mia parte perché venga trasmesso ai nostri figli quel testimone del ricordo che voi avete consentito che ci venisse consegnato perché i nostri figli lo trasmettano ai nostri nipoti, perché ciò che è avvenuto non svanisca mai”.
La premier ha poi continuato: “È la prima volta in questa veste […], credo che fosse un atto dovuto anche perché scopro che un presidente del Consiglio non era mai stato alla celebrazione di Basovizza”.
Il Treno del Ricordo
Dopo gli onori militari al Monumento, la presidente Meloni ha raggiunto la stazione centrale di Trieste per inaugurare il Treno del Ricordo. Si tratta un’iniziativa realizzata grazie all’ausilio di Ferrovie dello Stato e Fondazione Fs e alla collaborazione dei ministeri di Istruzione, Cultura e Difesa, di Rai Teche, Istituto Luce, Rai cultura e Rai Storia, Irci.
Il Treno del Ricordo è un treno storico appositamente allestito con una mostra multimediale e l’esposizione delle masserizie degli esuli conservate e custodite dall’Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata. Il convoglio ripercorrerà idealmente il viaggio compiuto dagli esuli istriani, fiumani e dalmati. Le tappe del treno sono già stabilite: in partenza da Trieste domenica 11 febbraio, fermerà a Venezia il 12 febbraio per poi proseguire verso Milano (13 febbraio), Torino (14 febbraio), Genova (15 febbraio); Ancona (17 febbraio), Bologna (18 febbraio), Parma (19 febbraio), La Spezia (20 febbraio), Firenze (22 febbraio), Roma (24 febbraio), Napoli (25 febbraio). Concluderà il suo viaggio il 27 febbraio nella stazione di Taranto.
Accolta da una stazione gremita – tra il pubblico numerose classi di istituti superiori giuliani, friulani e sloveni – la premier ha commentato il progetto. “Penso che sia una bellissima iniziativa, quella che inauguriamo oggi, del treno che percorre come una sorta di museo lungo tutto il territorio nazionale la vicenda delle foibe e dell’esodo, anche per sanare la vergogna di esuli che con un treno arrivavano per restare italiani in Italia e non venivano esattamente ricambiati con lo stesso amore”.
Il nuovo museo a Roma
Meloni ha proseguito annunciando il progetto di un nuovo museo in ricordo delle vittime delle foibe. “Sono molto fiera di questo lavoro, come del museo del ricordo che nascerà a Roma proprio perché non è una storia che riguarda un pezzo di confine italiano ma l‘Italia nel suo complesso“.