Molti vedono ancora la California come la patria di una “nuova era progressista“, come un esempio di equità che incarna i valori condivisi della nostra società, sempre più tollerante e pluralistica. In realtà la California è pioniere di un nuovo tipo di società quasi feudale. Il cambiamento socioeconomico in atto vede una manciata di oligarchi e un vasto “clero” burocratico spadroneggiare su una classe costituita da “servi della gleba”.
La disuguaglianza economica
La California non è solo la patria del più alto numero di miliardari negli Stati Uniti, è anche lo stato dove vive la più alta percentuale di americani poveri . Il divario tra i percettori di reddito medio e medio-alto ed i più poveri cresce, ed è di gran lunga il più alto di qualsiasi altro Stato. Non aiuta, peraltro, l’altissimo tasso di disoccupazione che – al 5.5% – rappresenta il più alto negli USA. Cosi come non aiuta la massiccia emigrazione, un esodo iniziato già nel 2019 che ha coinvolto quasi 3 milioni di californiani.
Oggi un californiano su cinque – molti dei quali lavorano – vive in povertà. Inoltre, il Public Policy Institute of California stima che un altro quinto viva in condizioni di quasi povertà, per un totale di circa 15 milioni di persone in totale.
Non sorprende più nemmeno che questo Stato, una volta fiorente, abbia una popolazione sempre crescente di senzatetto: infatti i dati riportano che il 30% di senzatetto americani, vive in California, troppo spesso in vere grotte arredate.
I colossi industriali abbandonano la California
La chiave per comprendere la realtà neo-feudale del Golden State risiede nella sua economia. Solo un decennio fa, erano presenti una serie di aziende aerospaziali, finanziarie, energetiche e di servizi. Oggi, la maggior parte di queste hanno spostato le loro sedi in Texas, Florida. Un fenomeno che ha dato una spallata all’economia statale, che oggi si basa quasi interamente sui rendimenti del settore immobiliare, su alcuni servizi, sulle IPO tecnologiche e sul valore delle start-up “unicorno” private.
Anche se una manciata di investitori e imprenditori tecnologici riesce ancora a fare fortuna, la maggior parte dei settori è stagnante o in via di estinzione.
Lo studio della Champman University
La Chapman University ha scoperto che dal 2005, in 50 settori industriali la California ha visto calare, nella classifica nazionale, la sua quota di posti di lavoro nel settore avanzato . Anche l’intrattenimento, l’altra grande industria di fascia alta della California, sta perdendo posti di lavoro. Nemmeno i leggendari Pixar Studios della Disney sono al sicuro, poiché la produzione si sta spostando in altri stati e paesi.
I danni sono stati particolarmente gravi nei settori che impiega manovalanza: nessuna area metropolitana californiana si colloca tra le prime 10 negli Stati Uniti in termini di posti di lavoro per operai, ma quattro – Ventura, Los Angeles, San Jose e San Diego – si trovano tra le ultime 10.
Dal 2008, lo Stato ha creato cinque volte più posti di lavoro a basso salario rispetto a quelli ad alto salario. Anche nella Silicon Valley, un tempo sinonimo di ambizione e innovazione, la maggior parte dei nuovi posti di lavoro offre meno di 50.000 dollari all’anno. Questo è molto al di sotto di ciò che è necessario per vivere una vita dignitosa in questa zona ad altissimo costo della vita.
Crescono i costi del welfare, aumentano le tasse
La California spende una quota maggiore del suo bilancio per il welfare rispetto a qualsiasi altro Stato e, piuttosto che cercare di espandere la torta economica, le classi oligarchiche preferiscono un’espansione della redistribuzione. Vengono quindi favoriti concetti come il “reddito di base universale” o sussidi per beni di prima necessità come l’affitto e l’elettricità.
Gavin Newsom, governatore della California e principe dell’élite oligarchica, sembra determinato a raddoppiare il suo tentativo di plasmare la California come modello per il futuro “progressista“, ma la sua retorica si scontra con la realtà. Il regime di Newsom, caratterizzato da tasse elevate e regolamentazioni spesso incomprensibili, sta portando soltanto a un’enorme povertà e le comunità etniche minoritarie dello Stato stanno soffrendo di più. Ignorando gli interessi e le priorità dei californiani, i legislatori e le autorità di regolamentazione della California promulgano proposte per l’eliminazione quasi totale dei combustibili fossili e la sostituzionedelle auto a benzina con veicoli elettrici entro il 2035.
Ambiente, disuguaglianza di genere, aborto e razzismo
Mentre un’alta percentuale di popolazione vive in uno stato di assoluta povertà e una consistente percentuale scivola verso il baratro economico, il progetto progressista della California si concentra su questioni come il cambiamento climatico, la disuguaglianza di genere, l’aborto e la razza.
Le politiche draconiane sul cambiamento climatico, parte centrale del dogma del Partito Democratico, hanno guidato il declino della California ed ha colpito seriamente la comunità latina. È noto che la manovalanza nei settori edilizia, trasporti e agricoltura è al 99% di provenienza sudamericana.
Un altro esempio sono le politiche di genere che hanno portato la California ad approvare misure come l’obbligo per i negozi di avere sezioni di giocattoli “neutri” e la possibilità per i bambini di cambiare sesso senza l’approvazione dei genitori.
Ma è la carta della razza su cui i feudatari della California fanno più affidamento per fare appello sia ai progressisti bianchi oppressi dai sensi di colpa, sia alla popolazione non bianca.
I progressisti della California hanno addiruttura l’obiettivo di introdurre un disegno di legge per i risarcimenti della schiavitù . Questa è una mossa strana dato che la California non è mai stata uno stato schiavista e solo un piccolo numero di afroamericani viveva lì, nell’area di Jim Crow.
In verità, l’unica schiavitù su larga scala ha avuto luogo sotto gli spagnoli e, se i risarcimenti devono essere pagati per i nativi americani ridotti in schiavitù, il conto dovrebbe andare a Madrid piuttosto che a Sacramento o Washington. Un conto salatissimo che prevede un risarcimento di 223,200 dollari ai discendenti neri degli schiavi che vivono in California, per un costo totale di quasi 600 miliardi di dollari. Ma questo fa parte di quella cultura americana, che interpreta la storia con i principi odierni: l’abbattimento dei simboli di Cristoforo Colombo docet
Le politiche del governatore Newsom
Anche di fronte a un deficit record di 68 miliardi di dollari e ad un’economia debole, l’establishment politico dello stato sembra riluttante a frenare la spesa o gli impulsi normativi. In base al nuovo bilancio statale, si prevede che circa 18 miliardi di dollari saranno raccolti dagli aumenti delle imposte indirette sulle imprese. L’ufficio degli analisti legislativi della California prevede che i deficit operativi aumenteranno fino al 2028. Nonostante tutto, Newsom e i suoi alleati non cambiano rotta e si inventano formule di bilancio per affrontare il buco nel bilancio statale.
Una delle voci di spesa governativa particolarmente criticata dai cittadini residenti è relativa alla copertura di budget per assicurare l’assistenza sanitaria gratuita agli immigrati privi di documenti. Una scelta fortemente criticata dalla classe media e aziende che pagano premi assicurativi sempre più alti. Il dato di un recente sondaggio rivela che circa il 57% degli intervistati critica fortemente le politiche governativa. Una percentuale del 50% più alta di quella registrata nel 2020.
La futura prosperità della California può essere assicurata solo se torna al tipo di politica orientata al buon senso e alla crescita che ha dato ottimi risultati nel passato. Il Golden State era un tempo l’epicentro mondiale delle aspirazioni umane, è mai possibile che resti ancora in mano a dei neo-feudali?