Approvata la prima “tassa di soggiorno climatica” nelle Hawaii
I legislatori delle Hawaii hanno approvato una legge storica: una nuova tassa di soggiorno, la prima del suo genere negli Stati Uniti, pensata non solo per far cassa ma per affrontare direttamente le conseguenze del cambiamento climatico. Approvata venerdì scorso da Camera e Senato statali, entrambi a larga maggioranza democratica, la misura ha l’obiettivo dichiarato di destinare nuove risorse alla protezione delle coste, alla prevenzione dei disastri naturali e alla tutela ambientale delle isole.
Il disegno di legge prevede due nuovi strumenti fiscali: un aumento dello 0,75% della tassa statale già in vigore per gli alloggi a breve termine – come hotel, B&B, case vacanze e multiproprietà – e una nuova imposta dell’11% applicata alle spese dei passeggeri delle navi da crociera, calcolata in base alla durata della permanenza nei porti hawaiani. Il Governatore Josh Green ha già annunciato il suo pieno sostegno.
“Questo provvedimento è più che necessario” ha dichiarato Green in un’intervista. “Stiamo vivendo gli effetti reali del cambiamento climatico e dobbiamo prepararci. La gente viene qui per godersi la natura e se capisce che questi fondi servono a proteggerla sarà disposta a contribuire”.
Oltre 18% di tasse per i turisti delle Hawaii
L’imposta di soggiorno alle Hawaii è già tra le più alte degli Stati Uniti. Attualmente, lo Stato applica una tassa del 10,25% sugli affitti a breve termine, a cui si sommano un’imposta locale del 3% imposta dalle singole contee e una general excise tax (GET) del 4,712% su beni e servizi. Con l’aggiunta dello 0,75%, l’aliquota complessiva può arrivare fino al 18,712% per i visitatori: un valore record a livello nazionale.
Nonostante ciò, Green ha minimizzato il possibile impatto negativo sul turismo. “È un aumento minimo. Molte persone nemmeno se ne accorgeranno. Ma quei fondi faranno la differenza per salvaguardare le nostre spiagge e comunità”.
Le stime ufficiali parlano di circa 100 milioni di dollari all’anno generati dalla nuova tassa, una somma che verrà vincolata per legge a interventi ambientali e di prevenzione climatica.
Come verranno utilizzati i fondi
I progetti che beneficeranno di questi nuovi fondi sono numerosi e riguardano settori cruciali per la sicurezza e la sostenibilità delle isole. Tra gli interventi previsti ci sono il ripristino della sabbia sulle spiagge di Waikiki – una delle aree turistiche più famose ma anche più colpite dall’erosione – e la rimozione di erbe infestanti e infiammabili, come le graminacee non native che hanno contribuito a far divampare il devastante incendio di Lahaina nell’agosto 2023.
Altri fondi saranno destinati a migliorare la resilienza delle abitazioni, incentivando l’uso di fascette antiuragano per rafforzare i tetti contro le tempeste tropicali, sempre più frequenti e violente. L’obiettivo è chiaro: ridurre i danni prima che accadano, evitando tragedie e costi maggiori in futuro.
Soltanto le nuove tasse – quella dello 0,75% e l’11% sulle crociere – saranno riservate a questi scopi. Le entrate delle attuali imposte di soggiorno continueranno a confluire nel fondo generale dello Stato, contribuendo anche al finanziamento della linea ferroviaria leggera di Honolulu, un progetto infrastrutturale a lungo termine.
Equilibrio tra economia e ambiente
La prima bozza del disegno di legge prevedeva un aumento fiscale più sostanzioso ma è stata ridimensionata dopo le consultazioni con l’industria turistica. “Abbiamo ascoltato le preoccupazioni su come garantire la sostenibilità del settore turistico”, ha spiegato la Deputata democratica Linda Ichiyama. “Alla fine, è stata una questione di equilibrio tra protezione dell’ambiente e salute economica del nostro Stato”.
Tuttavia, non mancano alcune voci critiche. John Pele, direttore esecutivo della Maui Hotel and Lodging Association, pur riconoscendo la nobiltà della causa, si chiede se le Hawaii non rischino di diventare troppo costose per i viaggiatori. “Imporremo tasse ai turisti solo perché vogliono venire qui? Resta da vedere se questo modello sarà sostenibile a lungo termine”.
Un laboratorio climatico per gli USA?
La legge hawaiana rappresenta un punto di svolta nelle politiche climatiche locali. È il primo caso in cui una tassa turistica viene esplicitamente associata alla lotta contro il cambiamento climatico. Se avrà successo, potrebbe diventare un modello per altri Stati e Paesi che cercano modi innovativi per finanziare la transizione ecologica.
Per ora, le Hawaii scommettono sulla consapevolezza dei loro visitatori e sulla bellezza del loro patrimonio naturale. Proteggerlo – con il contributo dei turisti – potrebbe essere la chiave per garantirne la sopravvivenza.